Papa Francesco torna in Vaticano: il racconto del rientro dopo 38 giorni di ricovero
Papa Francesco torna in Vaticano dopo 38 giorni di ricovero al Gemelli. Il Pontefice affronta due mesi di riabilitazione ma non smette di lavorare e lancia un nuovo appello per la pace.
Papa Francesco torna in Vaticano: il racconto del rientro dopo 38 giorni di ricovero
Papa Francesco ha lasciato il Policlinico Gemelli dopo 38 giorni di degenza, segnando la conclusione di un periodo difficile segnato dalla lotta contro una polmonite bilaterale. Il Pontefice, visibilmente dimagrito e con le cannule al naso per l’ossigenazione, ha salutato la folla dalla finestra della sua stanza d’ospedale prima di essere dimesso.
Subito dopo aver lasciato l’ospedale, Francesco ha voluto fare una tappa imprevista nella Basilica di Santa Maria Maggiore per una preghiera, un gesto di devozione che ha sorpreso molti. Solo in seguito, il corteo papale ha fatto ingresso in Vaticano attraverso la Porta del Perugino, conducendolo alla sua residenza presso Casa Santa Marta.
Le condizioni di salute del Pontefice
I medici del Gemelli hanno confermato che il Papa dovrà affrontare un periodo di riabilitazione di almeno due mesi. La polmonite è stata debellata, ma alcune infezioni persistono, rendendo necessario un monitoraggio continuo. Nonostante le difficoltà, Papa Francesco ha insistito per tornare al lavoro, dimostrando una forza d’animo straordinaria.
Il suo recupero sarà graduale: il Santo Padre dovrà evitare incontri troppo affollati e ridurre i ritmi di lavoro per consentire una convalescenza ottimale. Casa Santa Marta è stata attrezzata per permettere al Papa di continuare le terapie respiratorie e motorie necessarie per il suo pieno recupero.
Il messaggio del Papa e la preoccupazione per la pace nel mondo
Nel suo primo discorso dopo il ritorno in Vaticano, Papa Francesco ha espresso dolore per la ripresa dei bombardamenti sulla Striscia di Gaza e ha lanciato un appello per la pace in diverse zone di conflitto, tra cui Ucraina, Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan e Repubblica Democratica del Congo.
Ha poi ringraziato i fedeli per le loro preghiere e il loro sostegno durante la malattia, affermando: “Con tanta pazienza e perseveranza state continuando a pregare per me: vi ringrazio tanto! Anch’io prego per voi“.
L’affetto dei bambini e il riconoscimento del personale medico
Sui social media della Giornata Mondiale dei Bambini è stato pubblicato un messaggio commovente: “Grazie Papa Francesco, i bambini di tutto il mondo ti sono vicini e continuano a pregare per te… grazie che ci vuoi bene”. Anche il personale del Gemelli ha espresso la propria gratitudine nei confronti del Papa, elogiandolo per la sua forza e la sua testimonianza esemplare durante il periodo di degenza: “lo attendono due mesi di riabilitazione. Risolta la polmonite, mai resta intubato. È stato un paziente esemplare, due volte in pericolo di vita.”
Gli impegni futuri e le incognite sul Giubileo
Al momento, non è chiaro come si evolverà l’agenda del Pontefice. È stato già confermato che non potrà presenziare al Giubileo dei Missionari della Misericordia dal 28 al 30 marzo, ma invierà un messaggio ai partecipanti. Si spera che le sue condizioni migliorino abbastanza da permettergli di partecipare a eventi cruciali come la canonizzazione di Carlo Acutis, per cui sono attesi oltre 100.000 fedeli.
Nel frattempo, il Papa continuerà a lavorare con prudenza, adattando il suo impegno alle indicazioni mediche. Il suo esempio di resilienza e dedizione rimane un punto di riferimento per milioni di fedeli nel mondo.
Riproduzione riservata © Copyright La Milano

