Operazione “Twistlock”: maxi-blitz della Polizia di Stato contro il traffico internazionale di droga
I due gruppi criminali: collegamenti con la ‘Ndrangheta e il narcotraffico internazionale
Operazione “Twistlock”: maxi-blitz della Polizia di Stato contro il traffico internazionale di droga
Arresti e misure cautelari in tutta Italia
La Polizia di Stato ha condotto una vasta operazione contro il traffico internazionale di sostanze stupefacenti, denominata “Operazione Twistlock”. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) e condotta dalla Squadra Mobile di Brescia con il supporto del Servizio Centrale Operativo (SCO), ha portato all’esecuzione di 45 misure cautelari suddivise in:
- 30 arresti in carcere;
- 12 arresti domiciliari;
- 3 obblighi di firma.
Numerose perquisizioni sono state effettuate nei confronti di soggetti italiani, albanesi e nordafricani, distribuiti in 18 province italiane, tra cui Brescia, Reggio Calabria, Catanzaro, Napoli, Palermo, Roma, Milano, Foggia, Cosenza, Ragusa, Trapani, Mantova, Cremona, Pavia, Chieti, Bolzano e Biella. Inoltre, sono state predisposte 8 ulteriori misure in attesa dell’interrogatorio degli indagati.
L’indagine, avviata nel 2022, ha permesso di individuare e smantellare due potenti associazioni per delinquere, dotate di armi e capaci di gestire il traffico di droga grazie a sofisticati sistemi di comunicazione criptata e alla collaborazione con organizzazioni criminali internazionali.
Due gruppi criminali collegati alla mafia
Il primo gruppo: narcotraffico internazionale
Il primo sodalizio criminale operava principalmente nella provincia di Brescia e si occupava di importare droga direttamente dai paesi produttori. Secondo le indagini:
- La cocaina proveniva dalla Colombia, grazie ai contatti con il Clan del Golfo e all’intermediazione di una cittadina colombiana con legami diretti con il cartello.
- L’hashish arrivava dal Marocco, transitando per la Spagna, dove uno dei capi dell’organizzazione si era rifugiato in quanto latitante.
Il secondo gruppo: collegamenti con la ‘Ndrangheta
Il secondo gruppo aveva un’organizzazione più strutturata e un forte legame con la ’Ndrangheta, in particolare con le famiglie Nirta e Strangio di San Luca. Questa fazione gestiva il traffico internazionale dalla provincia di Brescia, stabilendo un quartiere generale a Gussago, usato come deposito per lo stoccaggio e la distribuzione delle sostanze stupefacenti.
Rapporti con le Mafie italiane
Le indagini hanno evidenziato stretti rapporti con le principali organizzazioni mafiose italiane, tra cui:
- Camorra: clan “Contini” (zona Arenaccia, Napoli) e “Orlando-Polverino-Nuvoletta” (Marano di Napoli).
- Cosa Nostra: mandamenti mafiosi di Santa Maria di Gesù, Porta Nuova e Partinico/San Giuseppe Jato a Palermo.
- Famiglia mafiosa di Villaseta (Agrigento).
- Clan Stiddari attivi nella provincia di Caltanissetta.
- Sacra Corona Unita, presente in Puglia.
Le consegne della droga erano organizzate in modo da raggiungere le aree sotto il controllo di questi gruppi criminali, garantendo la sicurezza della distribuzione e il dominio sulle piazze di spaccio.
Metodi di trasporto e sequestri
Le sostanze stupefacenti venivano trasportate via mare e su gomma, spesso con l’aiuto di società compiacenti che fungevano da copertura per le spedizioni illegali. I metodi di occultamento erano particolarmente sofisticati: la droga è stata trovata nascosta in abitazioni, autovetture, cisterne di camion per il trasporto del latte e persino in una cava della provincia di Lecce.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrati:
- 135 kg di cocaina;
- 90 kg di hashish;
- 3 kg di marijuana;
- 2 pistole revolver calibro 45 con matricola abrasa.
In totale, l’inchiesta ha portato alla contestazione del traffico di circa:
- 2.000 kg di cocaina;
- 1.500 kg di hashish;
- 700 kg di marijuana.
La scoperta di una raffineria in Calabria
Un risultato significativo dell’operazione è stata la scoperta, nell’aprile 2023, di una raffineria clandestina di cocaina nelle campagne di Reggio Calabria. La struttura, gestita da esperti chimici colombiani, era dotata di sofisticate attrezzature per la lavorazione della droga. Durante il blitz sono stati sequestrati:
- 34 kg di cocaina brandizzata con loghi “888”, “Cartier” e un’icona di zampa.
- 11 kg di sostanza da taglio.
- Grandi quantitativi di acetone, utilizzato per il trattamento della droga.
- Strumentazione avanzata, tra cui frullatori, presse idrauliche, forni a microonde e bilance di precisione.
Gli investigatori hanno accertato che la lavorazione della droga avveniva secondo metodi altamente professionali, con una “ricetta chimica” specifica per garantire la qualità del prodotto. In quell’occasione, sono stati arrestati in flagranza un cittadino colombiano e un italiano, ritenuti responsabili della gestione della raffineria.
L’operazione “Twistlock” rappresenta un duro colpo al narcotraffico internazionale e alle sue connessioni con la criminalità organizzata italiana. L’indagine ha permesso di disarticolare due strutture criminali fortemente radicate nel territorio e capaci di movimentare enormi quantitativi di droga a livello nazionale e internazionale.
Le autorità continueranno a indagare per approfondire i legami economici e operativi delle organizzazioni criminali coinvolte e per individuare eventuali altri soggetti implicati nel traffico di stupefacenti.
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