Omicidio Willy, ergastolo per i fratelli Bianchi.
Colleferro, nei pressi di Roma. È la notte tra il 5 e il 6 settembre 2020. Un sabato sera in cui Willy decide di uscire con gli amici. Bere qualcosa, ballare un po’, fare due risate. La serata tipo di un ventenne qualunque.
Cambio di programma: arriva un suv con a bordo quattro ragazzi tra cui Gabriele e Marco, due fratelli che Willy ha incrociato poco prima, quando ha tentato di sedare una rissa e proteggere i suoi amici.
I due gli saltano addosso, lo prendono a calci e pugni. Non hanno pietà: lo ammazzano, letteralmente, di botte. 50 secondi di colpi senza sosta, 50 secondi di sofferenza incredibile.
È il tragico epilogo di una notte di fine estate romana. Due ragazzi decidono di ucciderne un altro, colpevole solo di aver provato a placare gli animi, di aver cercato di fermare la violenza.
Ai fatti di quella tragica notte è seguito l’arresto dei fratelli Bianchi e dei loro complici. Poi i funerali del ragazzo in cui l’Italia intera si è stretta attorno ai suoi familiari. Fino alla Medaglia d’Oro al valore civile per l’eccezionale slancio altruistico voluta dal presidente Mattarella e l’inizio del processo.
La sentenza era attesa oggi alle 13.00. In aula i genitori, la sorella e gli amici di Willy.
I giudici della Corte di Assise di Frosinone hanno disposto l’ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, 23 anni per Francesco Belleggia e 21 anni per Mario Pincarelli. A cui si aggiunge una provvisionale di 200mila euro ciascuno per i genitori di Willy e di 150mila euro per la sorella.
Lunghi applausi durante la lettura della sentenza. Dal gabbiotto di sicurezza da cui i fratelli Bianchi ascoltavano l’esito del processo, invece, sono volate urla e imprecazioni.
Oggi la richiesta all’ergastolo per il drammatico episodio che ha scosso il Paese, vista l’efferatezza e la dinamica dell’omicidio.
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