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Omicidio di Sharon, mentre veniva accoltellata: ‘Perché? Perché?’. Sangare quella sera “doveva” accoltellare qualcuno.

Prima di accoltellare Sharon, ha pronunciato le parole "Scusa per quello che ti sto per fare". Dopo la prima coltellata, la vittima ha gridato disperatamente "Perché? Perché?"

Omicidio di Sharon, mentre veniva accoltellata: ‘Perché? Perché?’. Sangare quella sera “doveva” accoltellare qualcuno.

Moussa Sangare, 31 anni, è stato arrestato e si trova in isolamento in una cella sotto stretta sorveglianza dopo aver confessato l’omicidio di Sharon, uccisa a coltellate mentre passeggiava di notte ascoltando musica e guardando le stelle.

Sangare ha raccontato agli inquirenti di aver agito spinto da un’ossessione improvvisa di accoltellare qualcuno. La sera dell’omicidio, dopo aver minacciato due ragazzi con un coltello, ha individuato Sharon che passeggiava tranquilla e le si è avvicinato in bicicletta.

Prima di colpirla, ha pronunciato le parole “Scusa per quello che ti sto per fare”. Dopo la prima coltellata, la vittima ha gridato disperatamente “Perché? Perché?”, tentando di capire il motivo di quell’aggressione incomprensibile. Sharon è riuscita a chiamare il 118, ma è morta poco dopo.

Dopo il delitto, Sangare è fuggito in bicicletta verso casa sua a Suisio. Le telecamere di sorveglianza hanno mostrato che pedalava a una velocità normale prima del crimine e molto più veloce dopo.

Nei giorni seguenti, ha tentato di coprire le sue tracce seppellendo il coltello usato nell’omicidio lungo l’argine dell’Adda e gettando altri coltelli nel fiume. Ha anche modificato la sua bicicletta e si è tagliato i capelli per non essere riconosciuto, ma le indagini dei carabinieri, supportate dalle testimonianze di due uomini di origine marocchina, hanno portato alla sua identificazione.

Nell’appartamento fatiscente in cui viveva, vicino a quello della madre e della sorella che lo avevano denunciato in passato per minacce con un coltello, sono state trovate condizioni igieniche precarie, bottiglie di birra vuote e una sagoma di cartone usata per simulare gli accoltellamenti.

Sangare, che in passato aveva tentato una carriera come rapper, sostiene che l’idea di uccidere sia nata solo quella sera, descrivendo la sua ossessione come un “feeling”.

Ora, in attesa dell’interrogatorio di convalida davanti al gip Raffaella Mascarino e al pm Emanuele Marchisio, Sangare rimane sotto stretta sorveglianza in carcere e ha finora mantenuto il silenzio, chiedendo solo da bere.

Omicidio di Sharon, mentre veniva accoltellata: 'Perché? Perché?'. Sangare quella sera "doveva" accoltellare qualcuno.

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