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Omicidio di Gorlago, 30 anni a Chiara Alessandri

Aveva attirato la sua “rivale” in amore in una trappola studiata a tavolino e poi l’aveva uccisa. Un delitto efferato e assurdo quello compiuto il 17 gennaio 2019 da Chiara Alessandri, 44 anni, mamma di tre figli di Gorlago in provincia di Bergamo, nei confronti della coetanea Stefania Crotti, e oggi 18 giugno condannata con rito abbreviato a 30 anni dal Gup di Brescia Alberto Pavan. Per l’imputata il pm aveva chiesto l’ergastolo contestando la premeditazione e il reato di distruzione di cadavere (la Crotti era stata infatti bruciata e abbandonata in un sentiero in territorio di Erbusco, ndr), ma alla fine il giudice ha accorpato i due reati e accettato la tesi del difensore dell’Alessandri per cui la donna, dopo aver colpito più volte la vittima con un martello nel suo garage a Gorlago, l’aveva messa in un sacco credendola morta e poi l’aveva abbandonata a una ventina di chilometri di distanza.

In realtà il medico legale aveva accertato che la povera Stefania era ancora viva quando il suo cadavere è stato dato alle fiamme. In aula erano presenti anche Stefano del Bello, marito della vittima, e la sorella Loretta Crotti costituiti parte civile. Nessun commento da parte loro. La furia della Alessandri era scattata dopo che l’uomo l’aveva rifiutata perché era tornato insieme alla moglie. Chiara e Stefano infatti avevano avuto una breve relazione nell’estate del 2018, quando lui con la moglie erano separati, ma poi lui era tornato a casa.

Così la Alessandri aveva studiato un piano: aveva convinto un amico ad andare fuori dalla ditta dove lavorava Stefania con una rosa e un biglietto facendole credere che il marito le aveva organizzato una sorpresa. L’uomo l’aveva bendata e portata davanti al garage di Chiara. A quel punto lei era entrata in azione e una volta sole l’aveva colpita a morte. Nel far sparire il cadavere non aveva calcolato le telecamere di videosorveglianza della zona e del telepass dell’autostrada che avevano ritratto il suo percorso.

Ad incastrarla inizialmente erano state le impronte delle gomme della sua auto lasciate nel terreno del luogo del ritrovamento del cadavere e le dichiarazioni del complice inconsapevole. Quando infatti il marito Stefano del bello aveva lanciato l’allarme per la scomparsa della sua donna, mamma e compagna fedele, l’amico di Chiara aveva subito capito che c’era qualcosa che non andava e allora aveva raccontato tutto ai carabinieri confermando quanto diabolico fosse stato il piano ordito da lei.

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