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Nuova notte di missili su Israele: attacchi balistici, allarmi e cadute sugli ospedali

Dall’Iran una nuova ondata di missili balistici che colpisce strutture civili. Nessuna vittima ufficiale, ma danni e feriti segnalati: l’ospedale Soroka evacuato per rischi di crolli

Nuova notte di missili su Israele: attacchi balistici, allarmi e cadute sugli ospedali

Tel Aviv, 19 giugno 2025 — Un’altra notte di tensione in Medio Oriente: l’Iran ha lanciato nuovamente una raffica di missili balistici, almeno quindici, verso Israele, con forti esplosioni avvertite a Tel Aviv, Gerusalemme e Beer Sheva.

L’allarme è scattato alle prime ore dopo le sirene a Tel Aviv, Tel Aviv e Gerusalemme. Alcuni missili hanno superato le difese aeree israeliane e hanno colpito edifici civili: uno ha danneggiato gravemente l’ospedale Soroka a Beer Sheva, costringendo all’evacuazione e segnalandosi per possibili crolli strutturali.

I servizi di emergenza, tra cui Magen David Adom, riferiscono la presenza di feriti – fino a 65, di cui sei in condizioni gravi. Non risultano ancora vittime confermate.

Nella risposta, l’IDF ha condotto raid aerei su Teheran e zone limitrofe, prendendo di mira anche il reattore di Arak, con diverse esplosioni percepite in Iran. Si segnalano colpi su siti di ricerca nucleare, confermati dall’esercito israeliano.

Intanto Teheran comunica di aver impiegato missili ipersonici Fattah, penetrati con efficacia nel sistema difensivo israeliano, definendo l’operazione parte dell’undicesima ondata di risposta all’offensiva israeliana.

In un post su X, la Guida suprema iraniana Khamenei ha rilanciato il messaggio politico: “La battaglia è iniziata”, invocando il fallimento del “regime sionista”.

In risposta, il premier Netanyahu ha definito il lancio sui civili come “crimine terroristico”, promuovendo nuove azioni militari. Intanto, Stati Uniti e UE – tramite il presidente francese Macron – hanno chiesto moderazione.

Mentre le sirene continuano a risuonare sul suolo israeliano, la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione questa escalation: un conflitto sempre più vicino a un punto di non ritorno.

 

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