‘Ndrangheta, 78 arresti tra Reggio Calabria e Brescia: il boss Bellocco gestiva la cosca dal carcere con un cellulare
Le cosche colpite sono i Bellocco di Rosarno, gli Spada di Ostia e i Lamari-Larosa-Pesce della piana di Gioia Tauro
‘Ndrangheta, 78 arresti tra Reggio Calabria e Brescia: il boss Bellocco gestiva la cosca dal carcere con un cellulare.
Oggi due operazioni congiunte contro la ‘ndrangheta. 65 arresti (47 in carcere, 16 ai domiciliari e 2 obblighi di dimora) per i Carabinieri di Gioia Tauro (RC). 13, invece, per i Ros di Brescia.
Le cosche colpite sono i Bellocco di Rosarno, gli Spada di Ostia (con due esponenti destinatari della misura) e i Lamari-Larosa-Pesce della piana di Gioia Tauro.
A Brescia, il Ros ha operato insieme alla Guardia di Finanza per un sequestro preventivo di imprese, beni immobili, quote societarie, per un valore di circa 5 milioni di euro.
Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsione, usura, danneggiamento, aggravati dal metodo mafioso, nonché associazione finalizzata al traffico di droga, riciclaggio, autoriciclaggio e associazione per delinquere finalizzata a reati tributari e frodi in danno dello Stato.
Sul fronte reggino dell’operazione, invece, i Carabinieri ritengono di aver scoperto i nuovi assetti della cosca Bellocco, particolarmente attiva a Rosarno e con interessi sul tutto il territorio nazionale e all’estero.
L’indagine reggina, denominata “Blu notte” e coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri, si è svolta tra il settembre 2019 e l’agosto 2020. Il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria ha determinato anche il sequestro preventivo di una ditta attiva nel settore dello sfruttamento delle risorse boschive (taglio, trasporto e trasformazione del legno), utilizzata per agevolare le attività criminali della cosca, il cui valore complessivo è stato stimato in 700mila euro.
Alla fase operativa dell’operazione hanno partecipato circa 1.000 Carabinieri di Reggio Calabria, che in 16 province italiane, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria e dalle varie articolazioni territoriali, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di 65 soggetti.
Gli indagati nell’inchiesta “Blu Notte”, complessivamente, sono 93. Dovranno difendersi dalle accuse di associazione mafiosa, concorso esterno, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, usura e danneggiamenti aggravati dalle finalità mafiose, riciclaggio e autoriciclaggio e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
Il principale indagato è Umberto Bellocco, 39 anni, detto “Chiacchiera” e ritenuto il boss reggente dell’omonima cosca di Rosarno.
In un’occasione il boss sarebbe persino intervenuto dal carcere per scongiurare un potenziale eccidio, nel contesto di tensioni con un altro influente clan di Laureana di Borrello. Bellocco, proprio quando la situazione sembrava destinata a degenerare nello scontro armato, avrebbe telefonato dalla sua cella e sarebbe rimasto in linea intervenendo alla riunione di ‘ndrangheta voluta per invocare la tregua.
L’indagine della Dda di Reggio Calabria ha ricostruito le dinamiche interne alla cosca Bellocco, attiva nel narcotraffico, nel traffico delle armi, nelle estorsioni e nel controllo delle attività commerciali e imprenditoriali soprattutto a Rosarno e San Ferdinando.
L’inchiesta ha dimostrato, inoltre, non solo gli interessi della famiglia mafiosa in molte zone del Paese, ma anche le importanti ramificazioni all’estero su cui i Bellocco hanno potuto contare per anni.
Contestualmente agli arresti in Calabria e collegata all’indagine della Dda di Reggio, è scattata l’operazione “Ritorno” della Dda di Brescia, condotta dai Carabinieri del Ros insieme allo Scico ed al Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia della Guardia di Finanza.
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