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Milano, quarta vittima in Lombardia per il coronavirus

Quinto morto italiano e terzo in Lombardia per il coronavirus che ha costretto anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala a cinturare la città. Domenica sera è deceduto un ottantaquattrenneche era ricoverato al Giovanni XXIII di Bergamo, le cui condizioni di salute erano già compromesse da altre patologie. Lunedì mattina invece si è saputo di un ottantottenne di Caselle Landi in provincia di Lodi. Stando alle notizie di lunedì 25 febbraio in Italia il bilancio totale dei contagi sale a oltre 200, al momento tutti al Nord: 167 sono i casi in Lombardia, 27 in Veneto e 16 in Emilia-Romagna. Dei 167 casi positivi in Lombardia, il 10% è nella situazione più critica e il 50% al proprio domicilio perché asintomatico”. Sono i numeri forniti dall’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera. “Aspettiamo di vedere gli esiti dei provvedimenti presi ieri che daranno un contributo a rallentare e interrompere” il contagio. “Nessuno – ha aggiunto Fontana – pensava che fosse così aggressiva la diffusione”. Ancora non si sa per quale motivo il contagio si sia concentrato nell’area del basso lodigiano che ora è stata isolata: Fontana ha spiegato che “non si riesce a capire perché in quella zona“. Sarebbero negativi invece i secondi test di conferma eseguiti sull’uomo di Sesto San Giovanni ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano. I primi test avevano rilevato una debole positività.In Veneto ai 25 casi di ieri si sono aggiunti altri due casi. Si tratta di una persona anziana del centro storico di Venezia, che era già ricoverata all’Ospedale Civile e che è stata trovata positiva al virus, e di una persona del Padovano. Si tratta di persone appartenenti agli stessi cluster già noti nel veneziano e nel padovano, dove rispettivamente i casi sono 7 e 20In Emilia-Romagna si registrano sette nuovi casi di positività, tutti riconducibili al focolaio lombardo: cinque, di cui quattro cittadini lodigiani, riscontrati a Piacenza, e due cittadini della provincia di Parma (che si erano recati a Codogno), ricoverati in isolamento al reparto infettivi all’ospedale di Parma e in buone condizioni. I casi positivi in regione salgono quindi a 16. Potrebbe esserci una svolta nell’individuazione del possibile ‘paziente zero‘ che ha diffuso il Coronavirus a Vò Euganeo. Un agricoltore 60enne di un paese vicino, Albettone (Vicenza), frequentatore dei bar di Vò, era stato a Codogno e in altri centri del lodigiano, focolaio del virus in Lombardia, nelle scorse settimane, e ora ha tosse e sintomi influenzali. Lo si apprende attraverso l’ANSA dal sindaco di Vò, Giuliano Martini.

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