Maxi operazione contro la criminalità cinese in Italia: 13 arresti e oltre 30 denunce in 24 province
La Polizia di Stato smantella reti criminali legate alla comunità cinese: arresti, sequestri, denaro trasferito con il sistema hawala e reati che spaziano dallo sfruttamento alla detenzione di armi.
Maxi operazione della Polizia contro la criminalità cinese: 13 arresti e decine di denunce in tutta Italia.
ROMA – La Polizia di Stato, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo (SCO), ha condotto nei giorni scorsi una vasta operazione ad “alto impatto” per contrastare fenomeni di criminalità legati alla comunità cinese presente in Italia. Un’azione su scala nazionale che ha interessato 24 province e ha portato a risultati significativi sul piano giudiziario e investigativo.
L’attività ha preso di mira diversi reati, fra cui immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione e del lavoro, contraffazione, spaccio di stupefacenti, detenzione abusiva di armi e attività bancarie illegali attraverso il sistema clandestino chiamato hawala.
Dichiarazione del Dr Olivadese – Dirigente della Polizia di Stato – SCO
Le province coinvolte e la struttura dell’operazione
L’operazione ha visto il coinvolgimento delle Squadre Mobili di 24 città italiane: Ancona, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Cosenza, Firenze, Forlì Cesena, Genova, Latina, Mantova, Milano, Padova, Parma, Perugia, Pistoia, Prato, Reggio Emilia, Roma, Siena, Treviso, Udine, Verona e Vicenza.
Le indagini, avviate e coordinate dallo SCO, sono state svolte con il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine e hanno interessato attività produttive e commerciali gestite da cittadini cinesi, spesso usate come copertura per attività illegali.
Il profilo della criminalità cinese in Italia
Dalle investigazioni condotte negli ultimi anni è emersa la presenza sul territorio nazionale di gruppi delinquenziali cinesi, legati spesso da vincoli familiari e provenienza geografica comune (spesso dalla stessa città della Repubblica Popolare Cinese).
Questi gruppi operano in modo autonomo ma connesso, formando reti criminali strutturate, capaci di ricorrere facilmente alla violenza, intimidazione e omertà, in modo analogo alle mafie tradizionali italiane. Molti dei reati sono commessi tra connazionali, secondo logiche di controllo del territorio, vendetta e faida interna.
Tra i metodi utilizzati per rafforzare la propria influenza vi è l’uso sistematico di armi da fuoco. In alcune indagini è stata documentata l’esistenza di una “ala armata” all’interno dei gruppi criminali cinesi, incaricata di compiere intimidazioni e reati violenti.

La finanza clandestina: il sistema hawala
Uno degli aspetti più delicati emersi è l’uso diffuso del sistema hawala, un circuito parallelo e completamente illegale di trasferimento di denaro tra continenti, spesso utilizzato non solo dalla criminalità cinese, ma anche da altre organizzazioni mafiose per traffici di droga, tratta di esseri umani e riciclaggio.
Questo sistema rappresenta una seria minaccia per la tracciabilità dei capitali e permette il trasferimento in nero di milioni di euro, aggirando completamente i circuiti bancari ufficiali.
I risultati operativi
L’intervento ha portato a una lunga serie di risultati concreti, tra cui:
- 13 persone arrestate, per reati come:
- Spaccio di stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale e porto di strumenti atti a offendere
- Sfruttamento della prostituzione
- Rapina aggravata
- Furto
- Tentata estorsione
- Detenzione ai fini di spaccio
- Cumulo pene
- 31 persone denunciate a piede libero
- 1942 soggetti identificati
- 305 esercizi commerciali controllati, di cui 2 sequestrati
- 248 veicoli controllati in 52 posti di blocco
- Sequestrati 550 grammi di shaboo (circa 5.500 dosi)
- 29 sanzioni amministrative per un totale di 73.382 euro
- 22.825 euro sequestrati in contanti
Un’attività inserita nella strategia SCO “Squadra Mobile”
L’operazione si inserisce nella più ampia strategia nazionale di contrasto alla criminalità, già sperimentata in altri contesti come la devianza giovanile, la prostituzione, il caporalato, i furti di veicoli, il gioco illegale e le irregolarità nei flussi migratori.
Con l’azione mirata contro la criminalità cinese, le forze dell’ordine confermano la loro capacità di agire in modo tempestivo, coordinato e su scala nazionale, anche in presenza di gruppi criminali etnicamente coesi e storicamente difficili da penetrare.
Un segnale forte dello Stato contro le mafie etniche
L’operazione appena conclusa rappresenta un messaggio chiaro e forte dello Stato italiano: nessuna forma di criminalità organizzata sarà tollerata, a prescindere dalla sua provenienza o dalla struttura.
Il coordinamento tra Questure, Squadre Mobili, SCO e Polizia Postale dimostra l’efficacia di un modello operativo già rodato e adattabile a fenomeni complessi come quello della criminalità cinese, che sempre più spesso si intreccia con attività economiche apparentemente lecite e con reti criminali transnazionali.
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