Madre annega la figlia di 10 mesi nella vasca e poi tenta il suicidio
Tragedia familiare a Nole Canavese: una madre annega la figlia di 10 mesi nella vasca da bagno e tenta il suicidio. La donna soffriva di depressione post partum ed era in cura psicologica.
Tragedia a Nole Canavese: madre annega la figlia di 10 mesi e tenta il suicidio.
Una tragedia familiare ha sconvolto il piccolo comune di Nole Canavese, in provincia di Torino, dove una madre di 30 anni, Carola, ha annegato la figlia di 10 mesi, Perla, nella vasca da bagno, per poi tentare il suicidio. La donna, affetta da depressione post partum, era in cura psicologica dalla nascita della bambina.
Il drammatico ritrovamento
A scoprire l’orrore è stato Antonio Parrinello, il padre di Perla, di 35 anni. Tornato a casa per pranzo poco prima delle 13, ha trovato la piccola esanime nella vasca da bagno e la moglie ferita, con tagli al collo, al torace e ai polsi. Disperato, Antonio ha tentato di rianimare la figlia mentre chiamava i soccorsi, ma i tentativi dei sanitari del 118 non sono riusciti a far riprendere il battito alla bambina.
La ricostruzione dei fatti
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Carola avrebbe annegato la piccola Perla per poi prendere un coltello da cucina e ferirsi. Le lesioni che si è inflitta, però, sono state superficiali, con l’eccezione di quelle più profonde nella zona del collo. Attualmente la donna è ricoverata all’ospedale Molinette di Torino, dove si trova piantonata dai carabinieri.
Un quadro psicologico fragile
Carola era in cura per depressione post partum, una condizione che si era manifestata già dalla nascita di Perla. La madre seguiva un percorso psicologico e proprio nel pomeriggio della tragedia avrebbe dovuto incontrare il suo terapeuta. La depressione post partum, che colpisce molte donne dopo il parto, può avere effetti devastanti se non adeguatamente trattata, portando a gravi episodi di sofferenza psichica.
La comunità sotto shock
La notizia ha scosso profondamente la comunità di Nole Canavese. Amici e vicini descrivono la famiglia come apparentemente normale e affettuosa, ma sottolineano che Carola era da tempo in una condizione di fragilità emotiva. “Sembrava una mamma amorevole, ma il suo sguardo era spesso assente”, ha raccontato una vicina di casa.
Depressione post partum: un dramma silenzioso
La depressione post partum è una forma grave di depressione che si manifesta nelle settimane o nei mesi successivi al parto. Può includere sintomi come tristezza profonda, difficoltà nel legame con il neonato, pensieri negativi e, in casi estremi, impulsi autolesionistici o violenti. Secondo gli esperti, la mancanza di supporto adeguato e una diagnosi tardiva possono aggravare la condizione.
Le indagini in corso
Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire con esattezza le dinamiche e i motivi del gesto. La procura di Torino ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario, mentre Carola sarà sottoposta a una perizia psichiatrica per valutare il suo stato mentale al momento del fatto.
Una tragedia che lascia domande
La morte della piccola Perla lascia un vuoto incolmabile e molte domande. Come è stato possibile che la situazione psicologica di Carola non fosse monitorata con maggiore attenzione? Si poteva evitare questa tragedia?
La necessità di prevenzione
Gli esperti sottolineano l’importanza di un supporto psicologico e sociale alle neo-mamme, soprattutto a quelle a rischio di depressione post partum. Le istituzioni devono garantire percorsi di cura efficaci e accessibili, per evitare che altre famiglie possano vivere un dramma simile.
In attesa che le indagini facciano chiarezza, la comunità si stringe nel dolore per la piccola Perla, vittima innocente di una tragedia familiare e di una malattia spesso sottovalutata.
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