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Inaugurato il Cyber Security Operations Center per la sicurezza delle banche dati della Polizia

È una struttura d’avanguardia per la prevenzione e l’intervento tempestivo sugli incidenti informatici alle banche dati delle forze di polizia

È stato inaugurato stamattina a Roma, presso la Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il Cyber Security Operations Center (C-SOC), una struttura d’avanguardia, finanziata da fondi europei, per la prevenzione e l’intervento tempestivo sugli incidenti informatici alle banche dati delle forze di polizia, di natura accidentale, naturale o dolosa, come gli attacchi hacker.

Presenti all’inaugurazione il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza, Franco Gabrielli, il Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Lamberto Giannini, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi, il Comandante Generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana, il Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Bernardo Petralia, il Segretario generale del Garante per la protezione dei dati personali Fabio Mattei.

Presso la Direzione centrale della polizia criminale, guidata dal Prefetto Vittorio Rizzi, è attestata una galassia di sistemi informativi per finalità di polizia, con banche dati come il Sistema informatico interforze CED-SDI, il NUE 1 1 2, la Banca Dati del DNA, il Sistema Informativo Shengen Nazionale (NSIS).

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La funzione del C-SOC, struttura voluta dal Capo della Polizia Lamberto Giannini, è vigilare sulla sicurezza di milioni di informazioni possedute per finalità di polizia (sulle persone, sui documenti, sui veicoli, sulle tracce) siano adeguatamente protette. L’obiettivo è quello di garantire, oltre alla sicurezza del sistema – in termini di riservatezza, integrità e disponibilità – la protezione dei dati personali per evitare la dispersione (cosiddetto data breach), secondo il principio di responsabilità introdotto da Direttiva europea 680 del 2016, che rappresenta la magna carta per il trattamento dei dati per finalità di polizia e di giustizia, recepita in Italia con il dlgs n.51 del 2018.

Una struttura hardware e software di ultima generazione, che grazie alla formazione mirata di analisti ed operatori appartenenti alle quattro forze di polizia, lavora attraverso protocolli standardizzati perché la reazione all’incidente informatico sia la più tempestiva e risolutiva.

Il Prefetto Rizzi, nel presentare l’importante struttura strategica, ha sottolineato che “La sfida del C-SOC è quella di coniugare sicurezza e protezione dei dati personali. Due concetti che anche nel più recente passato venivano considerati inversamente proporzionali, perché si riteneva che ad un maggior livello di sicurezza dovesse necessariamente corrispondere una più profonda intrusione nella sfera privata. La filosofia che abbiamo accolto, in linea con la normativa europea e nazionale, è quella della responsabilità, perché ad un più alto livello di sicurezza corrisponda anche un più altro livello di protezione dei dati personali”.

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha evidenziato l’importanza della infrastruttura “destinata ad innalzare i livelli di sicurezza informatica delle banche dati interforze di polizia, in conformità alle più recenti prescrizioni in tema di sicurezza cibernetica: il potenziamento della cyber security è infatti di cruciale importanza al fine di porre in essere efficaci azioni di risposta e di contenimento delle conseguenze in caso di incidenti aventi impatto sulle nostre reti, servizi e sistemi informatici”.

“Sicurezza, privacy e protezione dei dati – ha aggiunto la titolare del Viminale – sono presìdi di democrazia e libertà che occorre bilanciare attraverso il ricorso al principio della proporzionalità del loro trattamento, rispetto al fine perseguito ed espressamente previsto dalla normativa di riferimento”

Per la sua natura il C-SOC rappresenta una struttura di primo piano nell’architettura di protezione cibernetica nazionale, promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, data la sua funzione di vigilanza su infrastrutture critiche quali le banche dati delle forze di polizia.

La sala che ospita il C-SOC è stata intitolata al Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza Ilio Corti, scomparso a 54 anni nel 1976, che già negli anni ’60, con un pensiero visionario per l’epoca, si rese conto dell’importanza della raccolta e sistematizzazione elettronica delle informazioni per finalità di polizia, lavorando per la creazione del primo centro di elaborazione dati del Ministero dell’Interno, che rappresenta ancora oggi le fondamenta delle banche dati interforze.

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