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Hamas conferma i negoziati: 12 ostaggi per tre giorni di tregua

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Hamas conferma i negoziati: 12 ostaggi per tre giorni di tregua.

Il Qatar sta negoziando con Israele e Hamas, in coordinamento con gli Stati Uniti, il rilascio di 12 ostaggi in cambio di una tregua di tre giorni. Una fonte vicina ad Hamas conferma le trattative in corso.

In realtà, Abu Obeida, il portavoce delle Brigate al Qassam, ala militare di Hamas a Gaza, stando a quanto riferito dalla tv pubblica israeliana Kanha, ha detto che «la strada unica ed evidente per la liberazione degli ostaggi è un accordo che preveda lo scambio di prigionieri totale o parziale».

Anche se non ci sarebbero «prove che gli ostaggi in mano ad Hamas», compresi i cittadini Usa, «siano ancora in vita». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, in un briefing con la stampa.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu, mentre si moltiplicano le voci su una trattativa per una possibile tregua in cambio della liberazione di alcuni prigionieri, ha ripetuto: «Senza la liberazione degli ostaggi non ci sarà nessun cessate il fuoco».

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Intanto l’organizzazione non governativa Human Rights Watch chiede un’indagine sull’attacco dell’esercito israeliano contro un’ambulanza fuori dal più grande ospedale di Gaza (il nosocomio “Al-Shifa”) della scorsa settimana, definendolo un “possibile crimine di guerra”. Il gruppo ha chiesto che l’indagine venga condotta dalla Commissione internazionale indipendente d’inchiesta del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, e Israele. Le forze di difesa israeliane hanno affermato di aver preso di mira l’ambulanza perché utilizzata da Hamas.

Per la prima volta dalla prima guerra del Libano del 1982, un’intera divisione di riservisti dell’esercito israeliano sta operando in territorio nemico: l’Idf ha dichiarato che, negli ultimi giorni, la 252esima ha preso il controllo di Beit Hanoun, area nel nord di Gaza, ha ucciso centinaia di terroristi, compresi membri anziani. Il comandante della divisione, generale Moran Omer, ha affermato che si tratta di un «momento decisivo». «Ci stiamo preparando da anni, è nostro dovere riportare pace e sicurezza», ha affermato.

Nelle stesse ore, dagli Usa è arrivata all’Italia la richiesta di due carabinieri da inserire nell’ufficio del Coordinatore della sicurezza per Israele e l’Autorità palestinese, a Gerusalemme. E la Difesa è orientata a dare il via libera. I carabinieri hanno una lunga esperienza nella missione Miadit di addestramento della polizia palestinese di stanza a Gerico (sono rientrati lo scorso 14 ottobre per il deteriorarsi delle condizioni di sicurezza).

«I carabinieri – ha spiegato il ministro della Difesa, Guido Crosettosono stati chiamati direttamente agli americani perché a Gerico fino a tre settimane fa formavano la polizia palestinese: hanno quindi un rapporto di fiducia, di conoscenza e di rispetto che in una fase come questa è utilissimo».

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