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Gratteri: «La mafia oggi è “digitale”. Si mostra su Tik Tok per ostentare potere»

Le parole del Procuratore di Catanzaro durante un evento promosso dalla Fondazione Magna Grecia alla Camera dei deputati

Gratteri: «La mafia oggi è “digitale”. Si mostra su Tik Tok per ostentare potere».

«Mentre la politica discute sull’utilità delle intercettazioni, le mafie pagano gli hacker e costruiscono nuovi sistemi di comunicazione sopra le nostre teste». Il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha partecipato a Roma, nella Sala stampa della Camera dei deputati, alla presentazione del I Rapporto sulle mafie nell’era digitale, promosso dalla Fondazione Magna Grecia.

«Fino a sei o sette anni fa avevamo i migliori investigatori del mondo, non eravamo secondi a nessuno. (…) Bisogna smettere di arruolare nei servizi segreti solo marescialli, poliziotti e carabinieri. Dobbiamo assumere ingegneri informatici e hacker».

Le mafie sono cambiate, si sono adattate ai cambiamenti della società. Hanno imparato ad usare le nuove tecnologie e sono sbarcate sui social. Prima su Facebook, poi su YouTube, Twitter, Instagram e Tik Tok. 

Ed è proprio Tik Tok che ha cambiato completamente le carte in tavola, è qui che le mafie mettono in scena il loro reality show, ostentano la loro vita fatta di vestiti e gioielli costosi, macchine di lusso e potere. Il risultato? La mafia come un brand e i rampolli di mafia come influencer.

gratteri

Mentre Gratteri interveniva nella Sala stampa della Camera a Roma, in Calabria risuonavano forti le sirene dei Carabinieri: diciotto persone in carcere, sette ai domiciliari, nove obblighi di dimora nel comune di residenza e presentazione alla Polizia Giudiziaria.

Questo il bilancio del blitz dei militari dell’Arma su richiesta della Dda di Catanzaro – nei confronti di due “sodalizi attivi a San Lucido e Paola”, in provincia di Cosenza. Le principali accuse per i 37 indagati sono, a vario titolo, di “associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione e tentata estorsione”.

Svelati l’assetto e l’operatività di una associazione armata di tipo ‘ndranghetistico – si legge nella nota diffusa dai Carabinieri – operativa tra i comuni di San Lucido, Falconara Albanese, Fiumefreddo Bruzio e Longobardi con tendenza all’espansione e con rapporti di alleanza con altre articolazioni criminali di Cosenza”.

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