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Funerali Sara Campanella: il paese si ferma, dolore a Misilmeri, lutto in Sicilia

L’ultimo saluto a Sara Campanella, la studentessa vittima di femminicidio. Lacrime, applausi e un messaggio potente: “Mi amo troppo per stare con chiunque”.

Funerali Sara Campanella: il paese si ferma, dolore a Misilmeri, lutto in Sicilia

Misilmeri si ferma per dire addio a Sara Campanella, la giovane studentessa universitaria vittima di un efferato femminicidio avvenuto a Messina per mano di un collega. Un omicidio che ha sconvolto due città e scosso l’Italia intera. A Misilmeri, il paese d’origine di Sara, si è svolto il funerale alla presenza di migliaia di persone, tra cui autorità, studenti, amici e cittadini comuni. Una cerimonia sobria, straziante, segnata da dolore, ma anche da un potente messaggio contro la violenza di genere.

Il funerale a Misilmeri: una comunità in lutto

La funzione si è tenuta nella chiesa madre di San Giovanni Battista, presieduta dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, che ha pronunciato un’omelia toccante, carica di denuncia sociale e spirituale: “L’amore non uccide. La violenza ha distrutto la vita di Sara”, ha detto con voce rotta dall’emozione. La bara bianca, simbolo di purezza spezzata, è stata portata a spalla dalla vicina chiesa delle Anime Sante, dove era stata allestita la camera ardente.

Il silenzio è stato rotto solo da un lungo applauso al passaggio della salma, accompagnata da un palloncino rosa a forma di cuore con la frase che Sara aveva scritto sui suoi profili social: “Mi amo troppo per stare con chiunque”. Questa frase è diventata un simbolo, scritta ovunque nel paese: lenzuola appese ai balconi, magliette, cartelli. Un inno alla dignità, alla libertà, alla consapevolezza femminile.

Le autorità presenti e il cordoglio istituzionale

Presenti i sindaci di Misilmeri e Messina, Rosario Rizzolo e Federico Basile, il governatore della Sicilia Renato Schifani e il deputato regionale Gaspare Vitrano, insieme ai vertici delle forze dell’ordine. Il sindaco Rizzolo ha proclamato il lutto cittadino, con bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio in tutti gli uffici comunali. Lo stesso è stato fatto anche a Messina e in altri comuni della provincia di Palermo per disposizione del sindaco metropolitano Roberto Lagalla.

Il dolore degli amici, la voce dell’università

Durante la cerimonia, amici, colleghi e familiari hanno letto messaggi, lettere e pensieri scritti da Sara. Tra questi, la rettrice dell’Università di Messina, Giovanna Spatari, ha letto l’ultima mail che la giovane aveva inviato a un docente per chiedere l’assegnazione della tesi di laurea. Applausi e lacrime hanno accompagnato ogni ricordo.

Un maxi schermo all’esterno della chiesa ha permesso ai tanti rimasti fuori di seguire il rito. Alla fine del funerale, palloncini bianchi sono stati liberati in cielo: un gesto simbolico, un ultimo saluto.

“Il femminicidio è omicidio di Stato”

A Palermo, sugli ingressi della cittadella universitaria, è comparso uno striscione con la scritta: “Il femminicidio è omicidio di Stato”, a testimonianza dell’indignazione montante e della richiesta di misure più efficaci contro la violenza sulle donne.

L’omicidio e le indagini in corso

Sara Campanella, 22 anni, studiava Tecniche di laboratorio biomedico. Il suo assassino, Stefano Argentino, 27 anni, collega universitario, è reo confesso. Dopo il delitto ha tentato la fuga a Noto, dove è stato nascosto dalla madre, poi arrestato dai carabinieri. La donna ha dichiarato di averlo aiutato “perché voleva suicidarsi”.

Le indagini proseguono, con perquisizioni sia nell’abitazione di Argentino che nel B&B gestito dalla madre. Sequestrati computer, telefoni, pen drive: gli inquirenti vogliono capire se l’ossessione dell’omicida per Sara fosse documentata, alimentata da pedinamenti, fotografie, messaggi audio, come già emerso dai primi accertamenti.

L’appello della Chiesa e della società civile

L’arcivescovo Lorefice ha denunciato con forza la cultura della violenza: “Ogni femminicidio è una sconfitta dell’umanità. È un fallimento collettivo”. Le sue parole hanno toccato tutti: “Nel corpo di Sara piangiamo il destino dell’umanità quando sceglie la violenza, non l’amore. Non abbiamo parole da offrirvi, solo le nostre lacrime. E un cuore nel quale versarle”.

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