Foggia, omicidio Traiano: condanne per complessivi 98 anni
Lo scorso 15 luglio il tribunale ha inflitto in primo grado pesanti condanne
Foggia, omicidio Traiano: condanne per complessivi 98 anni.
Quasi cento anni di carcere al gruppo criminale ritenuto responsabile della morte di Francesco Traiano, il 38enne titolare del bar “Gocce di Caffè” ucciso a Foggia nel 2020.
Lo scorso 15 luglio, il tribunale ha inflitto in primo grado pesanti condanne ad Antonio Bernardo (30 anni di carcere), Antonio Tufo (30 anni), Christian Consalvo (28 anni) e Simone Amorico (10 anni). Inoltre il minorenne, A.C., autore materiale dell’omicidio, era stato precedentemente condannato in sede di giudizio abbreviato dinanzi al gup del Tribunale per i minorenni di Bari ad una pena pari a 16 anni per omicidio volontario, rapina e furto dell’auto utilizzata per commettere il colpo.
“Quanto alle posizioni dei maggiorenni – riporta una nota della Questura di Foggia -, tre sono stati riconosciuti colpevoli di concorso in omicidio volontario e rapina, mentre il quarto, con una posizione più marginale, della sola rapina. Ripercorrendo le indagini espletate, in data 25 febbraio 2021, al termine delle serrate indagini svolte dalla squadra mobile della Questura di Foggia, nell’ambito di procedimenti penali coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bari, era stata data esecuzione a due provvedimenti applicativi di misure cautelari personali di tipo restrittivo nei confronti di 5 persone, una delle quali minorenne, ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di omicidio, rapina, furto, ricettazione, incendio e favoreggiamento personale, implicate nell’evento delittuoso avvenuto in data 17 settembre 2020 presso il bar – tabaccheria ‘Gocce di Caffè’, nella cui occasione, uno dei rapinatori, armato di coltello, ha cagionato la morte del proprietario, Francesco Paolo Traiano”.
Nella nota si ricorda che “le indagini, avviate a seguito dell’evento delittuoso, sono risultate sin da subito complesse ma gli investigatori della squadra mobile, coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia, tassello dopo tassello come in una sorta di mosaico investigativo sono riusciti, partendo dalle sole immagini dei sistemi di videosorveglianza, a ricostruire tutte le fasi dell’evento delittuoso”.
I fatti
“Il 17 settembre 2020 alle 14.10 circa, tre persone, tutte travisate da passamontagna artigianale si sono introdotte all’interno dell’attività commerciale ‘Gocce di Caffè’ al fine di compiere una rapina. Nelle drammatiche fasi dell’evento delittuoso, uno dei tre rapinatori, e più precisamente il minorenne, armato di coltello, al fine di impossessarsi dell’incasso ha sferrato all’indirizzo del titolare Francesco Traiano, che si trovava dietro il bancone, una serie di fendenti in direzione del volto, uno dei quali si sarebbe successivamente rivelato letale (la vittima morì in ospedale il 9 ottobre successivo, ndr). Dopo aver inferto alla vittima ulteriori percosse e aver asportato il denaro contenuto nella cassa, i tre rapinatori sono fuggiti a bordo di un’autovettura guidata dal quarto complice”.
“I preliminari accertamenti espletati, mediante l’analitica acquisizione delle telecamere di video sorveglianza hanno consentito agli investigatori della mobile la ricostruzione del percorso utilizzato dai rapinatori per la fuga, consentendo di accertare che negli istanti successivi alla rapina due dei quattro appartenenti al gruppo d’azione fossero scesi immediatamente dopo l’evento delittuoso, mentre i restanti due, giunti nelle campagne limitrofe di Foggia avessero abbandonato l’autovettura, per poi essere recuperati da un quinto complice. L’attività investigativa ha consentito di far luce anche sulle fasi antecedenti l’evento delittuoso. In particolare era stato accertato che in data 16 settembre 2020, in via Radesca, era stata asportata una Fiat Punto vecchio modello, poi usata il giorno successivo per l’esecuzione della rapina”.
La nota della Questura ricorda infine che “l’analisi delle banche dati, unitamente ai servizi esterni e ai pedinamenti, ha permesso, il 21 settembre 2020, di rintracciare i motorini utilizzati per il compimento del furto della vettura. La ricostruzione delle abitudini di vita dei primi sospettati ha consentito l’installazione di presidi tecnologici di tipo telefonico ed ambientale. L’acquisizione delle fonti di prova è culminata in una serie di perquisizioni poste in essere in data 17 dicembre 2020 a carico del gruppo criminale. In tale contesto operativo sono stati sequestrati dispositivi cellulari in uso agli indagati dalla cui analisi forense sono stati estrapolati ulteriori file e conversazioni che hanno permesso di ricostruire le fasi preparatorie dell’azione criminosa, il successivo incendio dell’autovettura nella nottata tra il 17 e 18 settembre, a distanza di 12 ore dalla rapina, nelle campagne ove la stessa era stata abbandonata, nonché i futili motivi che hanno spinto il gruppo criminale a compiere l’azione delittuosa”.
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