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È morto Philippe Daverio, fu assessore a Milano

«Mi ha scritto suo fratello stamattina per dirmi che Philippe è mancato stanotte». Questo il messaggio con cui Andree Ruth Shammah, direttrice del teatro Franco Parenti di Milano, ha comunicato all’Ansa la morte di Philippe Daverio, grande storico dell’arte ed ex assessore alla cultura milanese. Daverio aveva 70 anni (ne avrebbe compiuti 71 il 17 ottobre) ed era gravemente malato da tempo. Grande il cordoglio del mondo della cultura e della televisione, visto che Daverio era anche il volto gentile dell’arte sul piccolo schermo da anni.

Nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia, Philippe Daverio iniziò la carriera come mercante d’arte e come tale inaugurò importanti gallerie in tutto il mondo. Dal 1993 al 1997 è stato assessore alla Cultura del Comune di Milano durante la giunta Formentini, dove si è occupato soprattutto del restauro e del rilancio del Palazzo Reale e della ricostruzione del Padiglione d’Arte Contemporanea distrutto a seguito dell’esplosione della bomba nel 1993. Opinionista per «Panorama», «Liberal», «Vogue», «Gente», consulente per la casa editrice Skira e dal 2008 direttore di ArtDossier, Daverio si è sempre definito uno storico dell’arte.  Nel 1999 approda alla televisione, Rai Tre, dove diventa l’inviato speciale dell’arte. L’anno dopo conduce «Art.tù», poi è autore e conduttore di «Passepartout», programma d’arte e cultura che ha avuto grande successo e notevole riconoscimento di critica e di pubblico. È anche stato incaricato di un corso di storia dell’arte allo Iulm di Milano e ha tenuto corsi di storia del design al Politecnico di Milano.Dal 2006 era professore ordinario di sociologia dei processi artistici alla Facoltà di Architettura (dipartimento Design) dell’Università degli Studi di Palermo. Nel 2010 è stato anche autore e conduttore di «Emporio Daverio» su Rai5, un invito a viaggiare tra le bellezze dell’Italia. Tra i suoi libri Ho finalmente capito l’Italia. Piccolo trattato ad uso degli stranieri (e degli italiani), Grand Tour d’Italia a piccoli passi. Oltre 80 luoghi e itinerari da scoprire, La mia Europa a piccoli passi, tutti per Rizzoli. Da non dimenticare le opere più amate Il secolo spezzato delle avanguardie. Il museo immaginato, Il design nato a Milano. Storia di ragazzi di buona famiglia, L’arte di guardare l’arte. Daverio politicamente fu “adottato” dalla Lega, come egli stesso disse. Tuttavia ultimamente si era avvicinato al movimento di Emma Bonino e si batteva per Venezia terza capitale europea. Il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha scritto: “Intellettuale di straordinaria umanità, un capace divulgatore della cultura, uno storico dell’arte sensibile e raffinato. Con sagacia e passione, ha accompagnato le italiane e gli italiani nell’affascinante scoperta delle architetture, dei paesaggi, dell’espressione creativa, degli artisti, delle fonti del nostro patrimonio culturale. Tutto questo era Philippe Daverio, un uomo di cui ho sempre apprezzato la grande intelligenza e lo spirito critico e che già manca a tutti noi”.  Sul profilo del Teatro La Fenice di Venezia compare: “Non è facile iniziare la giornata con un sorriso dopo aver appreso della scomparsa del Maestro Daverio, elegantiae arbiter, apostolo del buon senso, cavaliere di Bellezza che seppe condividere con noi e con voi tutti.. non ci sentiamo di aggiungere altro”. Il Sindaco di Milano, Beppe Sala scrive: Con Philippe Daverio scompare uno dei grandi protagonisti della vita culturale di Milano degli ultimi decenni. Daverio è stato un innamorato di Milano cui ha sempre dato la forza della sua originalità e della sua competenza, dal Comune alla Scala fino al Museo del Duomo e a Brera. L’ho visto all’opera in tanti frangenti, non sempre ho condiviso le sue posizioni, ma mi ha sempre colpito la sua libertà di pensiero. Soprattutto Milano e l’Italia devono allo spirito internazionale e alla capacità comunicativa di Philippe la sua lotta in difesa del bello e dell’arte del nostro paese di cui fu un instancabile e geniale divulgatore. Grazie, Philippe, and “save Italy”! ” E anche Roberto Calderoli interviene via Facebook scrivendo: “La scomparsa improvvisa del professor Philippe Daverio lascia un vuoto enorme. Se n’è andato un uomo di cultura che ha raccontato la nostra arte, la storia, la nostra tradizione e lo ha fatto con parole semplici e alla portata di tutti. Lo stimavo e lo apprezzavo come uomo e come intellettuale e docente. Una grande perdita per la nostra cultura”. 

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