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Coronavirus, Fontana: “Se non lo capite con le buone”,”provvedimenti ancora più rigorosi”

Coronavirus: Milano, mentre il virus avanza e in attesa del picco previsto a giorni, ancora molte persone ne “approfittano” per non rispettare i divieti emanati da Regione Lombardia e dal Governo, come già parlato in più articoli e evidenziato in un video nella metropolitana milanese. E mentre attraverso un software statistico e anonimo fornita dai gestori di telefonia mobile, in cui risultava che ben il 40 percento dei cittadini lombardi nonostante le misure e i divieti presi si sono spostati e si sono allontanati in più punti della regione oltre i 300 metri, mettendo a rischio la propria salute e la salute pubblica, aumentando moltissimo la possibilità di contagio del virus e perciò rischiando che tali misure abbiano meno efficacia, allungando i tempi previsti, in una situazione drammatica e con un sistema sanitario in crisi e al limite, il Governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana non usa mezzi termini: “Se non lo capite con le buone” continua Fontana “provvedimenti ancora più rigorosi”.

Fontana: “Tutti i giorni faccio questo appello: amici, lo sto dicendo in modo educato ma tra poco bisognerà cambiare il tono, se non lo capite con le buone: non dovete uscire, dovete stare in casa”.

Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, facendo il punto sull’emergenza Coronavirus in una diretta Facebook: “Forse non lo avete ancora capito ma ogni uscita di casa è un rischio per voi e per gli altri. Se si dovesse andare avanti, chiederemo al governo di emanare provvedimenti ancora più rigorosi“.

“Purtroppo i numeri del contagio non si riducono, continuano ad essere saranno alti e tra poco non saremo in grado di dare una risposta a chi si ammala. Vi stiamo chiedendo un sacrificio per salvare le vite umane. Forse non lo avete ancora capito ma ogni uscita di casa è un rischio per voi e per gli altri. Se si dovesse andare avanti” con comportamenti errati “chiederemo al governo di emanare provvedimenti ancora più rigorosi”.

Articolo di Lorenzo Chiaro

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