Chiavari (Genova), zio e nipote si fingono tecnico e poliziotto e mettono a segno una rapina da 250mila euro.
Lo scorso 15 giugno gli agenti della squadra investigativa del Commissariato P.S. Chiavari con il supporto dei colleghi di Viareggio hanno sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria per i reati di furto aggravato in concorso, contraffazione di sigilli e possesso di distintivi contraffatti, poi convalidato dal Giudice delle Indagini Preliminare del Tribunale di Lucca, due soggetti pluripregiudicati residenti nel torinese, ma di fatto senza fissa dimora.
Ieri, gli stessi, per i medesimi reati, sono stati sottoposti alla misura cautelare della custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova. Il fermo di Polizia Giudiziaria e l’emissione della successiva misura cautelare nascono a seguito di una minuziosa e serrata indagine iniziata a seguito di un furto commesso alla fine del mese di maggio in danno di una coppia di anziani chiavaresi.
Il furto
I due soggetti di sesso maschile hanno prima convinto con artifizi ed inganno, millantando un problema legato ai lavori dell’acquedotto e vestiti uno come tecnico dell’acqua e l’altro come appartenente alle Forze dell’ordine, i due novantenni a farli entrare in casa e poi li hanno derubati di oggetti preziosi per un valore di circa 250/270 mila Euro.
Come è avvenuta la truffa?
La minuziosa disamina delle registrazioni delle numerose telecamere installate nei Comuni di Chiavari e Lavagna, ha consentito agli inquirenti di ricostruire nel dettaglio tutti i movimenti dei due. I soggetti sono arrivati a Lavagna a bordo del furgone intestato ad un prestanome, all’interno del quale trasportavano un motoveicolo con targa clonata, a bordo del quale hanno effettuato una vera e propria “caccia” all’anziano nel centro di Chiavari.
La visione delle immagini ha evidenziato infatti che i due pluripregiudicati per ben due volte sono scesi dalla moto alla ricerca di possibili vittime ed in un caso sono quasi riusciti ad agganciarne una, un’anziana che poi hanno lasciato andare perché si è fermata a conversare con una conoscente. Dopo aver girato per circa mezz’ora i due arrestati individuano la vittima perfetta mentre esce per comperare il giornale, quindi si posizionano in attesa del suo rientro.
Grazie alla loro scaltrezza i due uomini sono riusciti ad entrare all’interno dell’appartamento delle vittime, il primo spacciandosi come tecnico dell’acquedotto inviato a controllare una perdita nel condominio, il secondo millantando di essere un appartenente alle Forze dell’Ordine indossando una pettorina con la scritta Polizia Locale e mostrando anche un distintivo fasullo.
Grazie a questo stratagemma e approfittando dell’età dei due coniugi ultranovantenni, i due ladri sono riusciti ad impossessarsi di una borsa contenente preziosi per un valore complessivo pari a 250/270mila Euro.
Le indagini
La successiva attività investigativa ha consentito di stabilire che la base logistica da cui partiva e verso la quale tornava il furgone utilizzato dai due soggetti fosse collocata nella zona della Versilia.
Sulla scorta degli elementi raccolti, nella mattinata di mercoledì 15 giugno è stato effettuato un servizio di osservazione/appostamento nei pressi delle uscite dei caselli di “Viareggio” e “Versilia”, con l’ausilio di personale del Commissariato P.S. di Viareggio e della Polizia Locale della stessa cittadina, servizio che ha consentito di intercettare il furgone con i due soggetti ricercati e dopo un breve inseguimento bloccarlo sull’Aurelia in direzione Marina di Pietrasanta.
A seguito della perquisizione del furgone sono stati rinvenuti e sequestrati, oltre alla moto utilizzata sia in occasione del furto avvenuto a Chiavari, sia in occasione di altri reati commessi in Liguria e Toscana, una serie di strumenti ed oggetti utilizzati per commettere reati di tipo predatorio.
In particolare trasmittenti e scanner sintonizzati sui canali delle FF.OO., un “jammer” (apparato elettronico che può disturbale le trasmissioni radio, gsm e gps), vari strumenti professionali atti allo scasso, pettorine con la scritta “polizia locale”, tesserini della polizia locale con distintivi contraffatti, falsi tesserini di appartenenti alle ASL e di Ispettorae dell’Acquedotto, perfette riproduzioni di targhe clonate, bombolette spray al peperoncino, materiale che assieme alla meticolosità degli accorgimenti/precauzioni adottati dai due uomini ne evidenzia la caratura criminale e la perfetta organizzazione delinquenziale.
Le future investigazioni
Gli agenti del Commissariato di Chiavari stanno tuttora collaborando con diversi Uffici investigativi liguri e toscani che stanno indagando su una lunga serie di reati che i due uomini, poi rivelatisi essere zio e nipote, avrebbero perpetrato sempre con la stessa tecnica nell’arco degli ultimi mesi nelle due regioni.
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