Cassazione: Il Governo dovrà risarcire i migranti del caso Diciotti. Premier Meloni: “Principio risarcitorio opinabile”
Caso Diciotti: la Cassazione condanna il Governo al risarcimento dei migranti trattenuti nel 2018. Le reazioni della politica italiana alla sentenza.
Cassazione: Il Governo dovrà risarcire i migranti del caso Diciotti. Premier Meloni: “Principio risarcitorio opinabile”
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno emesso una sentenza che obbliga il Governo italiano a risarcire i migranti trattenuti a bordo della nave Diciotti nell’agosto 2018. La decisione ha suscitato forti reazioni politiche, con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e altri esponenti del centrodestra che ne contestano la fondatezza giuridica e le possibili ripercussioni economiche e politiche.
Il contesto della vicenda Diciotti
L’episodio risale al 16-25 agosto 2018, quando l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini impedì lo sbarco di 177 migranti soccorsi dalla nave Diciotti della Guardia Costiera italiana. La decisione generò un lungo braccio di ferro tra il governo italiano e le autorità europee, con forti pressioni per trovare una soluzione diplomatica alla gestione degli sbarchi.
Il caso venne successivamente affrontato dalla magistratura: il Tribunale dei Ministri di Palermo aprì un’inchiesta per sequestro di persona nei confronti di Salvini, ritenendo illegittimo il trattenimento dei migranti sulla nave. La Procura di Catania chiese l’archiviazione del procedimento, ma il tribunale respinse la richiesta, chiedendo al Senato l’autorizzazione a procedere. Nel 2019, il Senato, allora a maggioranza M5S-Lega, negò l’autorizzazione, bloccando il processo.
La decisione della Cassazione e le motivazioni dei giudici
Con la sentenza appena pronunciata, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno accolto il ricorso presentato da un gruppo di migranti, riconoscendo il loro diritto a un risarcimento per i danni non patrimoniali subiti a causa della privazione della libertà durante quei dieci giorni.
Secondo i giudici, il divieto di sbarco non può essere considerato un atto politico sottratto al controllo della giustizia. La Corte ha chiarito che:
- Il rifiuto dello sbarco non è un atto politico assoluto, ma un atto amministrativo, soggetto a limiti imposti dal diritto nazionale e internazionale.
- L’obbligo di soccorso in mare è un principio consolidato nel diritto consuetudinario, riconosciuto da convenzioni internazionali e dal diritto marittimo italiano.
- I diritti fondamentali della persona non possono essere violati in nome di scelte politiche o di gestione dell’immigrazione.
Il risarcimento dovrà ora essere quantificato dal giudice di merito, ma la condanna del Governo a riconoscere il danno ai migranti è stata sancita dalla Suprema Corte.
Le reazioni politiche: Meloni, Salvini, Lega e Tajani contro la sentenza
La decisione della Cassazione ha suscitato forti reazioni nel mondo politico, in particolare tra gli esponenti della maggioranza di governo.
- Giorgia Meloni ha criticato apertamente la sentenza, definendola un “principio risarcitorio assai opinabile“. La premier, inoltre ha espresso un lungo commento sui suoi canali social: “Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno condannato il governo a risarcire un gruppo di immigrati illegali trasportati dalla nave Diciotti perché il governo di allora, con Ministro dell’Interno Matteo Salvini, non li fece sbarcare immediatamente in Italia. Lo fanno affermando un principio risarcitorio assai opinabile, quello della presunzione del danno, in contrasto con la giurisprudenza consolidata e con le conclusioni del Procuratore Generale. In sostanza, per effetto di questa decisione, il Governo dovrà risarcire – con i soldi dei cittadini italiani onesti che pagano le tasse – persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano. Non credo siano queste le decisioni che avvicinano i cittadini alle istituzioni, e confesso che dover spendere soldi per questo, quando non abbiamo abbastanza risorse per fare tutto quello che sarebbe giusto fare, è molto frustrante.“
- La Lega ha espresso una posizione ancora più dura, dichiarando: “Paghino questi giudici di tasca loro, se amano tanto i clandestini“.
- Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, ha dichiarato di non condividere la sentenza, sottolineando il rischio di un effetto domino sulle casse dello Stato se altri migranti dovessero avanzare richieste simili.
Dall’opposizione, invece, la decisione è stata accolta in maniera più favorevole, con il centrosinistra che ha sottolineato l’importanza del rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali. La segretaria del Pd Elly Schlein ha infatti esposto il suo parere in merito alla vicenda, criticando il presidente del Consiglio: “Giorgia Meloni continua ad alimentare lo scontro con la magistratura per coprire i fallimenti del suo governo. Ma la Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, come stabilito dalla Costituzione, che non cambia in base al suo umore. Non è possibile che ogni giorno il governo attacchi le sentenze. Ciò che allontana i cittadini dalle istituzioni è una sanità pubblica presa a picconate dai tagli del suo governo, sono salari da fame, è il quasi miliardo di euro dei contribuenti scialacquato in Albania per costruire delle prigioni vuote: il prezzo delle sue scelte intanto continuano a pagarlo gli italiani“.
Implicazioni e scenari futuri
La sentenza apre un dibattito non solo giuridico, ma anche politico ed economico. Se il principio stabilito dalla Cassazione dovesse diventare un precedente, il governo potrebbe trovarsi a dover gestire numerose richieste di risarcimento da parte di altri migranti trattenuti in situazioni simili.
Riproduzione riservata © Copyright La Milano