Caso Garlasco, la Procura Generale dice no alla semilibertà per Stasi. A Pavia nuove analisi sul DNA di Sempio
Procura di Milano contraria alla semilibertà per Alberto Stasi. A Pavia nuovo incidente probatorio sul DNA di Andrea Sempio nel caso Chiara Poggi.
Caso Garlasco, la Procura Generale dice no alla semilibertà per Stasi. A Pavia nuove analisi sul DNA di Sempio
A quasi diciott’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, due procedimenti giudiziari si riaccendono in parallelo: a Milano per Alberto Stasi, condannato in via definitiva, e a Pavia per Andrea Sempio, nuovamente indagato.
La richiesta di semilibertà per Alberto Stasi e l’opposizione della Procura Generale
Il Tribunale di Sorveglianza di Milano è tornato a occuparsi del caso Garlasco con l’udienza riguardante la richiesta di semilibertà avanzata da Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007.
A opporsi alla richiesta è stata la Procura Generale di Milano, attraverso la sostituta procuratrice Valeria Marino, che ha chiesto il rigetto dell’istanza o, in subordine, la sospensione del procedimento. Il motivo: la mancata autorizzazione da parte della direzione del carcere all’intervista che Stasi ha rilasciato al programma “Le Iene”, andata in onda il 30 marzo 2025, ma registrata durante un permesso premio il 22 marzo.
Secondo la Procura, nonostante i contenuti dell’intervista non abbiano violato alcuna prescrizione – in quanto Stasi ha mantenuto un tono controllato e non ha ostacolato le indagini in corso – la mancata richiesta formale di autorizzazionerappresenterebbe una violazione procedurale.
Tuttavia, le relazioni degli operatori e degli educatori del carcere di Bollate, dove Stasi è detenuto, risultano positive, e il condannato è stato già ammesso, dal 2023, al lavoro esterno come contabile in un’azienda.
La posizione della difesa: “Nessuna infrazione alle prescrizioni”
La difesa di Stasi, tramite l’avvocato Gasperini (in sostituzione di Giada Bocellari), ha respinto le accuse di infrazione, sostenendo che l’intervista è stata rilasciata nel pieno rispetto delle regole del permesso premio. In un documento datato 8 aprile, il direttore del carcere Giorgio Leggieri ha chiarito che “non si sono rilevate infrazioni”.
Il tribunale ha ora cinque giorni di tempo per decidere sull’istanza di semilibertà. Se concessa, Stasi potrà trascorrere l’intera giornata fuori dal carcere, tornando solo per la notte. Successivamente, potrebbe richiedere anche l’affidamento in prova ai servizi sociali, visto che gli restano da scontare meno di quattro anni, tenendo conto della liberazione anticipata.
Parallelamente, a Pavia, nuove indagini genetiche su Andrea Sempio
Mentre Milano discute sulla posizione di Stasi, a Pavia si è aperto un nuovo incidente probatorio legato al profilo genetico di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi. Sempio era già stato indagato e poi archiviato otto anni fa, ma è tornato al centro delle indagini dopo il rinvenimento di una traccia genetica sotto le unghie della vittima, contenente un cromosoma Y compatibile con la linea paterna di Sempio.
La Procura di Pavia ha chiesto la ricusazione del genetista forense Emiliano Giardina, nominato dal gip Daniela Garlaschelli. La difesa di Stasi ha inoltre chiesto l’esclusione di Luciano Garofano, ex comandante del RIS e consulente della difesa di Sempio, ritenendolo incompatibile per il ruolo.
Gli avvocati di Sempio, tra cui Angela Taccia e Massimo Lovati, hanno definito il trattamento del loro assistito come un accanimento investigativo senza prove concrete, sottolineando che Sempio non era nemmeno presente alla villa di Garlasco all’epoca del delitto.
Il DNA e le prospettive giudiziarie
Gli esperti genetisti stanno valutando l’utilizzabilità del profilo genetico estratto dalle unghie di Chiara. Tuttavia, la Cassazione ha già stabilito che, anche se si trovasse un match positivo con Sempio, questo non basterebbe a scagionare Stasi, per il quale esiste – secondo la Suprema Corte – un “mosaico di prove” che ne conferma la colpevolezza.
L’elemento genetico potrebbe però riaprire prospettive processuali complesse e contribuire a nuove valutazioni da parte della giustizia, sia in termini di revisione del caso che di accertamento di eventuali responsabilità concorrenti.
Un caso ancora vivo a 18 anni dai fatti
Il caso Garlasco continua ad alimentare l’interesse dell’opinione pubblica e delle istituzioni giudiziarie, diviso tra chi ritiene la condanna di Stasi definitiva e chi intravede spiragli di verità ancora da chiarire.
Da un lato, Stasi tenta di ricostruire una nuova vita fuori dal carcere, sostenendo la propria innocenza. Dall’altro, la giustizia torna a interrogarsi sulla posizione di Sempio, in un’indagine che si muove sul filo del DNA.
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