Camorra, preso il latitante “Gigino ‘a guerra”: “tradito” da un intervento al cuore
Viveva in una villa piena di botole
Camorra, preso il latitante “Gigino ‘a guerra”: “tradito” da un intervento al cuore.
Ha tentato il ricovero in una struttura sanitaria sotto falso nome, ma è stato arrestato. È finita a Castel Volturno, in provincia di Caserta, la latitanza di Luigi Carandente Tartaglia, condannato a oltre 14 anni di reclusione per associazione mafiosa.
L’uomo, elemento di spicco a Quarto (Napoli) del clan Orlando-Polverino- Nuvoletta, è stato identificato e arrestato dai Carabinieri in un’operazione coordinata dalla Dda partenopea.
Dopo 17 mesi di ricerche, il 47enne, da tempo alle prese con una patologia cardiaca, è stato individuato grazie al monitoraggio degli archivi informatici del Sistema Sanitario Nazionale.
Dopo aver fatto perdere le sue tracce nel 2022 ed essere sfuggito a diversi tentativi di arresto – l’ultimo avvenuto lo scorso 5 agosto quando aveva speronato una pattuglia -, Carandente Tartaglia è stato trovato nell’ospedale Pineta Grande di Castelvolturno, dove si era fatto ricoverare fornendo nome e documento falso.
Le ricerche avevano fin da subito condotto gli inquirenti in una zona collinare tra Marano e Quarto, dove il boss abitava in una villa immersa nel verde e dotata di diverse botole, che gli consentivano di nascondersi all’occorrenza, ma anche di una sauna per i momenti di relax.
L’operazione «premia la grande professionalità e la tenacia dei nostri investigatori, sempre impegnati in articolate indagini, anche a livello internazionale, per assicurare alla giustizia gli esponenti delle organizzazioni criminali», ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
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