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Blitz contro i Neonazisti: pianificati attentanti anche contro la Premier Meloni

Dodici arresti e 25 perquisizioni in tutta Italia: l'organizzazione suprematista pianificava attentati e addestrava guerriglieri. Nel mirino anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Blitz contro i Neonazisti: pianificati attentanti anche contro la Premier Meloni. Smantellata una rete di odio e progetti eversivi. 12 arresti.

Un’importante operazione delle forze dell’ordine italiane ha portato all’arresto di 12 persone appartenenti a un’organizzazione suprematista e neonazista, nota come Werwolf Division, successivamente rinominata Divisione Nuova Alba. Coordinata dalla Procura di Bologna con la collaborazione di altre Direzioni Distrettuali Antiterrorismo, l’indagine ha rivelato un quadro inquietante di progetti eversivi, propaganda ideologica e preparazione di azioni violente.

Blitz contro i Neonazisti: pianificati attentanti anche contro la Premier Meloni

La struttura dell’organizzazione

L’associazione si ispirava alle Werwolf Division naziste della Seconda Guerra Mondiale, unità clandestine di sabotaggio e guerriglia. I leader avevano attribuito a ciascun membro un ruolo preciso: Daniele Trevisani era il “comandante”, Andrea Ziosi l’“editore” e Salvatore Nicotra l’“istruttore”. Questi vertici, insieme ad altri nove arrestati, avevano strutturato un’organizzazione gerarchica con l’obiettivo di sovvertire l’ordinamento democratico per instaurare uno stato etico e autoritario basato sulla supremazia della razza ariana.

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Progetti eversivi e addestramento

Secondo gli investigatori, la cellula neonazista non si limitava alla propaganda ideologica, ma era già in una fase operativa avanzata. Gli indagati avevano discusso e pianificato gravi attentati, tra cui uno contro la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, considerata una “fascista che perseguita i fascisti”. Conversazioni intercettate rivelano dettagli raccapriccianti: sopralluoghi nei pressi di Palazzo Chigi e Montecitorio, allenamento di potenziali guerriglieri e la ricerca di cecchini.

Il gruppo aveva inoltre avviato un’attività di addestramento, documentata da incontri e materiale propagandistico. Uno dei volantini rinvenuti nel 2022 in Emilia riportava l’immagine di un uomo armato con una skullmask e il simbolo del sole nero nazista, incitando alla rivolta violenta.

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Propaganda e reclutamento

L’organizzazione operava principalmente su Telegram, con gruppi dedicati come Werwolf Division Discussioni e Movimento Nuova Alba. Attraverso questi canali, i membri diffondevano idee suprematiste e neonaziste, tra cui la negazione dell’Olocausto e la supremazia della razza ariana, e reclutavano nuovi adepti.

La propaganda non si limitava all’online: nel bolognese sono stati documentati volantinaggi e incontri in presenza per formare “guerrieri”. Tra gli indagati figurano anche due minorenni e un 14enne che, resosi conto della gravità delle attività, ha deciso di interrompere i contatti.

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Connessioni con altre organizzazioni

L’indagine ha messo in luce legami tra la Werwolf Division e un’altra associazione sovversiva denominata Ordine di Hagal, sciolta nel 2022. L’interazione tra queste due cellule sottolinea la portata nazionale di una rete estremista ben organizzata, che mirava al reclutamento e all’addestramento di giovani.

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Le misure giudiziarie

L’operazione, che ha coinvolto le Digos di numerose città italiane, ha portato all’esecuzione di 12 misure cautelari in carcere e 25 perquisizioni domiciliari. Gli interventi si sono svolti in diverse città, tra cui Bologna, Milano, Palermo, e Roma.

Le accuse contro i membri del gruppo includono attività di propaganda e proselitismo, istigazione all’odio razziale, preparazione di atti terroristici e detenzione di materiale eversivo. Tra gli arrestati figura anche il 76enne Joe Fallisi, tenore pugliese accusato di essere amministratore di uno dei gruppi Telegram.

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Una minaccia concreta

Per il Gip Nadia Buttelli, il progetto eversivo del gruppo non era meramente teorico: i piani violenti erano sostenuti da addestramenti concreti e dalla ricerca attiva di armi. La ricostruzione degli investigatori conferma che il gruppo era pronto a rischiare tutto per i propri obiettivi, ispirandosi a modelli come i Nuclei Armati Rivoluzionari degli anni ‘70.

L’operazione contro la Werwolf Division rappresenta un colpo significativo alle reti suprematiste e neonaziste in Italia. Tuttavia, evidenzia anche la necessità di un costante monitoraggio delle piattaforme digitali e del territorio per prevenire il radicamento e l’azione di queste organizzazioni estremiste.

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