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Bergamo, maltrattava e costringeva la compagna a rapporti sessuali non desiderati: 29enne in carcere

Bergamo, nel pomeriggio di sabato 25 settembre 2021 personale della SQUADRA MOBILE della Questura di Bergamo, in esecuzione di una misura di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bergamo, dr. Massimiliano MAGLIACANI, ha tratto in arresto e condotto in carcere un giovane ventinovenne della media Val Seriana, responsabile di reiterati maltrattamenti fisici, verbali ed umilianti e per violenza sessuale nei confronti della giovane compagna convivente, poco più che ventenne.
L’attività di indagine, coordinata dal Pubblico Ministero della locale Procura della Repubblica di Bergamo dr.ssa Laura COCUCCI, è scaturita da una prima segnalazione giunta alla SQUADRA MOBILE da un centro antiviolenza alla quale si era rivolta la madre della giovane vittima, preoccupata che la figlia potesse essere vittima di gravi maltrattamenti da parte del fidanzato.
Nonostante la ragazza non avesse mai avuto il coraggio di denunciare la pesante situazione che subiva, l’associazione FIOR DI LOTO che si occupa di donne vittime di maltrattamenti ha messo in contatto la donna con personale della SQUADRA MOBILE specializzato nell’ambito del maltrattamento e della violenza domestica che ha accolto e preso in carico la richiesta di aiuto, avendo colto la gravità della situazione.
La Polizia di Stato lavorando con meticolosa attenzione, anche attraverso attività tecnica durata alcuni giorni, è riuscita a fare emergere le vessazioni poste in essere da parte del partner che non era nuovo a questo tipo di comportamenti verso le donne. E’ infatti emerso che il giovane aveva avuto atteggiamenti simili con la ex fidanzata anch’essa in passato vittima di violenze psico-fisiche.
La conseguente ed immediata attività di indagine ha rapidamente evidenziato un preoccupante quadro indiziario dal quale è emerso uno stillicidio di quotidiani e ripetuti episodi maltrattanti posti in essere dall’uomo all’interno delle mura domestiche (strattonamenti, sberle, schiaffi, calci, tirate di capelli, sputi) che avvenivano nei confronti della giovane compagna con una frequenza anche di decine di volte al giorno. In molte occasioni la donna era anche stata costretta a subire atti sessuali non voluti ed umilianti.
Inoltre l’uomo, accecato dalla gelosia, impediva alla ragazza di avere contatti con il mondo esterno. A tale fine aveva collocato nell’appartamento alcune telecamere attraverso le quali, se si trovava al lavoro, controllava i movimenti della ragazza, esigeva che la donna parlasse “in viva voce” se era al telefono con altre persone ed era arrivato a controllarne i movimenti, anche all’interno dell’abitazione, pretendendo che la ragazza gli chiedesse il permesso prima di spostarsi da una stanza all’altra.
Come spesso accade nelle storie delle vittime di violenza domestica la ragazza nel tempo aveva imparato a “sopportare” ed “accettare” questi eventi, arrivando a prendere le distanze da tutti e al completo annullamento della sua personale autostima, vivendo in un completo isolamento sociale che l’aveva portata a non trovare il coraggio di denunciare le violenze e le umiliazioni che subiva.
Ritenendo molto grave il rischio che l’uomo potesse porre in essere condotte ancora più gravi ed al fine di tutelare la vittima è stata tempestivamente richiesta la misura cautelare della custodia in carcere che è stata accolta dal Giudice, nell’arco di poche ore, e che è sfociata nell’arresto del maltrattante.
Purtroppo al giorno d’oggi sussistono ancora situazioni di maltrattamento che vengono subite anche a causa della scarsa conoscenza degli strumenti legislativi a tutela delle vittime di questi odiosi reati.
L’appello che la Polizia di Stato rivolge alle persone che subiscano o siano a conoscenza di situazioni analoghe è quello di denunciare senza alcuna paura, con la certezza che ogni richiesta di aiuto riceverà la giusta attenzione e che potrà rappresentare la liberazione da ogni tipo di violenza fisica e psicologica che nessuno dovrebbe mai subire.

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