Amanda Knox e la condanna definitiva per calunnia a Patrick Lumumba: la Cassazione conferma la sentenza
La Cassazione conferma la condanna di Amanda Knox per calunnia ai danni di Patrick Lumumba. Definitiva la pena a tre anni per l’accusa legata al caso dell’omicidio di Meredith Kercher.
Amanda Knox e la condanna definitiva per calunnia a Patrick Lumumba: la Cassazione conferma la sentenza
Diventa definitiva la condanna a tre anni di carcere per Amanda Knox per il reato di calunnia ai danni di Patrick Lumumba. La Suprema Corte di Cassazione, al termine di una camera di consiglio durata quattro ore, ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa di Knox, confermando così la decisione già emessa dalla Corte d’Appello di Firenze lo scorso giugno. La pena, già scontata durante la detenzione per il processo sull’omicidio Kercher, passa quindi in giudicato.
La vicenda di Perugia nel 2007
Secondo l’accusa, Amanda Knox avrebbe indicato falsamente Lumumba, suo datore di lavoro, come responsabile dell’accoltellamento mortale della studentessa britannica Meredith Kercher, avvenuto a Perugia il 1º novembre 2007. Lumumba fu arrestato e detenuto per 14 giorni, prima di essere scagionato grazie alla testimonianza di un professore svizzero e alla mancanza di prove contro di lui.
“Sono molto soddisfatto, questa condanna la deve accompagnare per tutta la vita,” ha dichiarato Patrick Lumumba, presente in aula per ascoltare il verdetto. Il suo legale, l’avvocato Pacelli, ha sottolineato il forte impatto morale ed economico subito da Lumumba a causa delle accuse infondate.
Il caso successivo di calunnia: tra assoluzioni e condanne
La condanna per calunnia rappresenta un capitolo separato rispetto al processo principale per l’omicidio di Meredith Kercher. Amanda Knox e il suo ex fidanzato Raffaele Sollecito furono inizialmente condannati per il delitto, ma successivamente assolti in via definitiva nel 2015. L’unico colpevole accertato è stato Rudy Guede, condannato a 16 anni di carcere.
Il caso di calunnia contro Lumumba è stato oggetto di ulteriore revisione dopo una pronuncia della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha riconosciuto una violazione dei diritti di Knox durante gli interrogatori del 2007. Tuttavia, la Corte d’Appello di Firenze ha ritenuto che il memoriale scritto dalla stessa Amanda non fosse stato compromesso da tali violazioni, confermando la sua responsabilità per aver accusato ingiustamente Lumumba.
La delusione da parte della difesa
La difesa di Amanda Knox si è detta incredula e amareggiata per il risultato. “È una decisione totalmente inaspettata e ingiusta. Leggeremo le motivazioni,” hanno dichiarato gli avvocati Luca Luparia Donati e Carlo Dalla Vedova. Knox, che non era presente in aula, ha atteso il verdetto negli Stati Uniti insieme alla sua famiglia.
Sulla piattaforma social X, la trentasettenne di Seattle ha espresso la sua frustrazione, ribadendo la propria innocenza: “Non sono una bugiarda né una calunniatrice. Questo processo ha deragliato tutto fin dall’inizio. Patrick Lumumba ha perso la sua attività e io sono stata ingiustamente accusata. Questa condanna minore continua a condizionarmi.” Knox ha infatti rivelato che la condanna le ha impedito di ottenere un visto per un viaggio in Australia, mostrando come le conseguenze di questa vicenda influenzino ancora la sua vita.
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