Addio a Totò Schillaci, l’eroe delle “Notti Magiche” di Italia ’90.
Salvatore “Totò” Schillaci, indimenticato protagonista dei Mondiali di calcio di Italia ’90, è morto a 59 anni dopo aver combattuto contro il cancro. Nato a Palermo il 1 dicembre 1964, Schillaci ha rappresentato una delle più incredibili storie di successo del calcio italiano, venendo ricordato in modo particolare per le sue prodezze in quel Mondiale che lo ha elevato al rango di eroe nazionale. La sua morte, avvenuta il 7 settembre, ha lasciato un vuoto profondo nel mondo del calcio e tra tutti coloro che lo ricordano come l’idolo delle “Notti Magiche”.
Schillaci iniziò la sua carriera in modo modesto, giocando nel Messina, club di Serie B. Dopo alcune stagioni promettenti, nel 1988-1989, sotto la guida di Zdenek Zeman, esplose definitivamente segnando 23 gol e guadagnandosi l’attenzione dei club più importanti. Il suo passaggio alla Juventus nel 1989 segnò l’inizio della sua ascesa tra i grandi del calcio italiano. Nella sua prima stagione a Torino, realizzò 15 gol in 30 partite, contribuendo in modo decisivo alla vittoria della Coppa Italia e della Coppa Uefa.
Nel 1990, l’allenatore della nazionale italiana, Azeglio Vicini, decise di convocare Schillaci per i Mondiali di casa, nonostante fosse inizialmente considerato una riserva. La sua avventura a Italia ’90 iniziò in modo quasi casuale, con un ingresso dalla panchina nella partita d’esordio contro l’Austria. Schillaci segnò il gol decisivo di quella partita, cambiando il corso del torneo e la sua carriera. Da quel momento in poi, divenne il titolare indiscusso dell’attacco italiano, segnando sei gol e conquistando sia il titolo di capocannoniere del torneo che quello di miglior giocatore.
Le immagini di Schillaci con gli occhi spiritati e le braccia al cielo rimarranno per sempre impresse nella memoria degli italiani. Nonostante l’Italia si sia fermata al terzo posto, eliminata dall’Argentina di Maradona in semifinale, l’impresa di Schillaci rimase nei cuori dei tifosi. Le sue prodezze lo consacrarono come simbolo di quelle “Notti Magiche” che fecero sognare milioni di italiani.
Dopo il Mondiale, però, la carriera di Schillaci iniziò un declino. Alla Juventus, con l’arrivo di Gianluca Vialli, trovò sempre meno spazio e alla fine si trasferì all’Inter nel 1992, per una cifra di 8,5 miliardi di lire. Nonostante alcuni buoni momenti, come la partecipazione alla vittoriosa campagna in Coppa Uefa con l’Inter, la sua carriera fu segnata da difficoltà personali e una minore continuità di rendimento. Dopo due stagioni con i nerazzurri, Schillaci decise di cercare fortuna all’estero, diventando il primo calciatore italiano a giocare nel campionato giapponese, con lo Júbilo Iwata. In Giappone, vinse il campionato J. League nel 1997, ma un infortunio grave lo costrinse a ritirarsi definitivamente nel 1999.
Al termine della carriera calcistica, Schillaci non si è mai realmente allontanato dalle luci della ribalta. Tornato a Palermo, nel 2001 si candidò come consigliere comunale con Forza Italia, venendo eletto ma dimettendosi dopo pochi anni. Successivamente, partecipò a programmi televisivi e reality show, tra cui “L’isola dei famosi” nel 2004, e prese parte a diversi film e serie televisive, dove interpretò spesso ruoli legati alla sua figura di calciatore. Tra le sue partecipazioni, si ricordano “Amori bugie e calcetto” e “Squadra antimafia – Palermo oggi”.
Nel 2016, con Andrea Mercurio, pubblicò la sua autobiografia intitolata “Il gol è tutto”, in cui ripercorreva la sua carriera e raccontava i momenti più importanti della sua vita, dentro e fuori dal campo. Nel 2023, insieme alla moglie Barbara, partecipò al reality “Pechino Express”, arrivando fino alla semifinale. Totò Schillaci non fu solo un eroe calcistico, ma anche un personaggio capace di rimanere nel cuore e nella memoria collettiva italiana, simbolo di un sogno mondiale che, sebbene incompiuto, rimase una delle pagine più emozionanti della storia del calcio italiano.
La morte di Totò Schillaci ha segnato la fine di un’epoca, ma il suo ricordo vivrà per sempre nei tifosi e in chiunque abbia vissuto le emozioni indimenticabili di Italia ’90.
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