Addio a Fulco Pratesi, fondatore del WWF Italia: una vita dedicata alla natura e all’ecologismo italiano
Nella notte tra Venerdì 28 febbraio e Sabato 1º marzo , all’età di 90 anni, si è spento Fulco Pratesi, fondatore e presidente onorario del WWF Italia. Dopo un ricovero di dieci giorni in una clinica romana, il mondo dell’ambientalismo italiano dice addio a uno dei suoi pionieri. Giornalista, illustratore, politico e soprattutto ambientalista, Pratesi ha dedicato la sua vita alla tutela della biodiversità e alla sensibilizzazione sulle tematiche ambientali, lasciando un’eredità inestimabile.
L’infanzia e il legame con la natura
Nato a Roma nel 1934, Fulco Pratesi ha trascorso parte della sua infanzia nella campagna viterbese, un’esperienza che gli ha permesso di sviluppare un profondo legame con la natura. Tuttavia, nei primi anni della sua giovinezza, si avvicinò alla caccia, un interesse che avrebbe poi radicalmente abbandonato a seguito di un episodio che gli cambiò la vita.
Nel 1963, mentre si trovava nelle foreste dell’Anatolia, in Turchia, durante una battuta di caccia, si trovò faccia a faccia con un’orsa accompagnata dai suoi tre piccoli. L’incontro lo colpì profondamente, portandolo a riflettere sul valore della vita animale e sulla necessità di proteggerla. Da quel momento, vendette il fucile e acquistò una macchina fotografica, per raccontare la bellezza della natura attraverso le immagini anziché attraverso il sangue.
La nascita del WWF Italia
Saputo della nascita del World Wildlife Fund in Svizzera, Pratesi decise di avviare una sezione italiana dell’organizzazione. Nel 1966, con l’aiuto di alcuni amici e con fondi limitati ma con grande entusiasmo, fondò il WWF Italia. Da quel momento, l’organizzazione sarebbe diventata una delle più influenti nel panorama ambientalista italiano, portando avanti battaglie decisive per la tutela della fauna e la salvaguardia degli ecosistemi.
Pratesi fu determinante nell’approvazione di importanti leggi per la protezione dell’ambiente, come la legge 157 sulla tutela della fauna selvatica e la legge quadro sulle aree protette del 1991. Il suo più grande orgoglio rimase però la creazione di oltre 100 Oasi WWF, riserve naturali che oggi rappresentano un rifugio sicuro per molte specie animali e vegetali.
Il ruolo nel giornalismo e nella politica
Oltre all’attività da ambientalista, Pratesi fu un prolifico giornalista e illustratore. Collaborò con numerose testate e fu direttore responsabile della rivista Panda, la storica pubblicazione del WWF Italia. Attraverso i suoi articoli e i suoi disegni, riuscì a sensibilizzare un vasto pubblico sull’importanza della conservazione della natura.
Tra il 1995 e il 1997, ricoprì anche un ruolo politico, diventando parlamentare con i Verdi. Durante il suo mandato, continuò a battersi per l’approvazione di leggi a tutela dell’ambiente e per promuovere la sostenibilità come pilastro dello sviluppo nazionale.
Il ricordo del WWF Italia
Alla notizia della sua scomparsa, il WWF Italia ha espresso il suo cordoglio con un comunicato ufficiale: “Architetto, giornalista, autore, disegnatore, fondatore del WWF Italia di cui è stato a lungo presidente oltre che esempio vivente di ecologismo attivo, Fulco Pratesi è stato la guida per un’intera generazione di naturalisti. Il WWF si stringe con commozione alla famiglia Pratesi: i figli Isabella, Carlo Alberto, Francesco e Olympia e tutti i suoi nipoti”.
Il presidente del WWF Italia, Luciano Di Tizio, ha ricordato così il fondatore dell’organizzazione: “Amava profondamente la sua famiglia e amava d’un amore profondo la natura e il WWF, ‘il mio quinto figlio’, come lui stesso ci ha definiti”. Anche Alessandra Prampolini, direttrice generale del WWF Italia, ha voluto sottolineare l’importanza della figura di Pratesi: “Se il WWF tutto è in qualche modo figlio di Fulco, per molti di noi lui è stato parte delle memorie dell’infanzia, con le sue lettere e i suoi disegni che raccontavano di animali e luoghi meravigliosi”.
L’eredità di Fulco Pratesi
Fulco Pratesi lascia un’eredità immensa. Grazie al suo impegno, milioni di persone in Italia hanno sviluppato una maggiore consapevolezza ecologica. Le Oasi WWF, i parchi nazionali e le leggi a tutela dell’ambiente portano il suo nome e rappresentano il suo lascito per le future generazioni.
La sua scomparsa segna la fine di un’epoca, ma il suo insegnamento rimarrà un faro per tutti coloro che credono nella difesa della natura. Il miglior modo per onorare la sua memoria sarà continuare il suo lavoro, affinché le battaglie che ha iniziato possano proseguire con lo stesso entusiasmo e determinazione che lo hanno sempre contraddistinto.
Riproduzione riservata © Copyright La Milano

