fbpx
CAMBIA LINGUA

A due anni dall’attentato in cui persero la vita l’Ambasciatore italiano Attanasio, il carabiniere Iacovacci e l’autista Pam Milambo

«Ricordare Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci non è solo un dovere istituzionale, ma un atto di giustizia e di amore»

A due anni dall’attentato in cui persero la vita l’Ambasciatore italiano Attanasio, il carabiniere Iacovacci e l’autista Pam Milambo.

Due anni dall’attentato in cui hanno perso la vita l’Ambasciatore d’Italia nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio, il carabiniere scelto Vittorio Iacovacci e l’autista del Programma Alimentare Mondiale Mustapha Milambo Baguma. Caduti in un’imboscata sulla route nationale 2 che da Goma porta verso Rutshuru, nella provincia del Nord Kivu.
Due uomini che prestavano servizio nella Repubblica Democratica del Congo, Paese che Papa Francesco definisce nel suo recente viaggio apostolico «un continente nel Continente africano» e un «diamante del Creato». Un Paese che la comunità internazionale ha spesso dimenticato ma che merita attenzione, rispetto e il sostegno di cui ha bisogno per esprimere le sue potenzialità. Questo è lo spirito che muoveva l’azione e l’operato dell’Ambasciatore Attanasio e del carabiniere scelto Vittorio Iacovacci nella Repubblica Democratica del Congo.

Tre diverse indagini erano state aperte per comprendere la dinamica dei fatti e le responsabilità dell’accaduto: una interna alle Nazioni Unite, dal momento in cui i tre viaggiavano su un convoglio del WFP, una della giustizia militare congolese e una della Procura di Roma, competente per i reati commessi all’estero. Quest’ultima ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo nei confronti di Rocco Leone, vicecapo missione del WFP in RDC, e Mansour Rwagaza Luguru, addetto alla sicurezza WFP per il Nord Kivu.
Una richiesta sulla quale il gup, come comunicato in queste ore, prenderà una decisione il 25 maggio prossimo. In Italia, invece, deve ancora prendere il via il processo. Nella capitale della RDC, Kinshasa, invece il processo è arrivato alle battute finali.

«Ricordare Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci non è solo un dovere istituzionale, ma un atto di giustizia e di amore. Verso le loro famiglie e i loro cari, che più di qualunque altro piangono la loro scomparsa e che possono contare sul sostegno delle Istituzioni per conoscere la verità su quei tragici fatti. Verso la nostra Nazione, che con orgoglio può rendere omaggio al sacrificio di due servitori dello Stato rimasti uccisi nel compimento dei propri doveri. Verso le future generazioni, perché possano ispirarsi a Luca e a Vittorio nel proprio cammino, umano e professionale» – dichiarato dalla premier Giorgia Meloni.
L’ambasciatore è stato ricordato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«La Repubblica Italiana conserva la memoria del sacrificio loro e di tutti coloro che hanno generosamente dato la vita nel servire le Istituzioni. Nel loro ricordo prosegue l’impegno italiano in Africa per la promozione dei valori di solidarietà e convivenza pacifica tra i popoli».
In Aula il Senato ha osservato un minuto di silenzio.

A due anni dall’attentato in cui persero la vita l’Ambasciatore italiano Attanasio, il carabiniere Iacovacci e l’autista Pam Milambo

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano