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Como, espulso cittadino bengalese ritenuto vicino a gruppi terroristici islamici.

Operazione della Polizia di Stato dopo un lungo lavoro di intelligence: accompagnamento coatto alla frontiera per un 37enne irregolare sul territorio italiano.

Como, espulso cittadino bengalese ritenuto vicino a gruppi terroristici islamici.

La Polizia di Stato di Como ha portato a termine un’operazione complessa e delicata, frutto di un lungo e articolato lavoro di intelligence, culminata nell’accompagnamento coatto alla frontiera di un cittadino bengalese di 37 anni, risultato irregolare sul territorio italiano e ritenuto parte attiva, nel Paese di origine, di un gruppo religioso islamico di matrice terroristica. L’intervento si inserisce nel quadro delle attività di prevenzione e contrasto alle minacce per la sicurezza nazionale, condotte attraverso un costante coordinamento tra strutture centrali e territoriali della Polizia di Stato.

Il coordinamento tra uffici centrali e territoriali

L’operazione è stata resa possibile grazie a puntuali e continue interlocuzioni tra la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, la Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, la D.I.G.O.S. di Como e l’Ufficio Immigrazione della Questura lariana. Questo lavoro sinergico ha consentito di sviluppare un’attività di intelligence approfondita, basata sulla raccolta e sull’analisi di informazioni sensibili, finalizzata a delineare il profilo del soggetto e a monitorarne in modo capillare ogni spostamento e ogni attività sul territorio.

Le risultanze investigative e il monitoraggio costante

Le verifiche info-investigative condotte dagli uffici della Questura di Como hanno preso le mosse da segnalazioni relative alla presunta appartenenza dell’uomo, in Bangladesh, a gruppi religiosi estremisti. Tali elementi hanno costituito la base per un controllo costante della sua posizione amministrativa in Italia, permettendo agli investigatori di seguirne l’evoluzione e di intervenire tempestivamente una volta accertata l’irregolarità del soggiorno.

Il percorso amministrativo e la richiesta di asilo

Dopo non aver ottemperato, nel mese di febbraio scorso, all’ordine di lasciare il territorio dello Stato, il cittadino straniero aveva presentato richiesta di asilo politico, stabilendo la propria dimora nel comune di Como. Nel frattempo, aveva anche ottenuto un regolare contratto di lavoro, elemento che tuttavia non è risultato sufficiente a modificare il quadro complessivo emerso dalle attività investigative e dagli accertamenti sulla sua reale integrazione nel contesto sociale italiano.

La decisione del Tribunale di Roma

La settimana scorsa, il Tribunale Ordinario di Roma si è pronunciato sul diniego del riconoscimento della protezione internazionale, rigettando l’istanza presentata dall’uomo. Nella motivazione del provvedimento, i giudici hanno evidenziato come, pur essendo arrivato in Italia nel 2021, il cittadino bengalese non abbia dimostrato un adeguato e concreto percorso di integrazione nel tessuto sociale e lavorativo del Paese.

Le valutazioni sulla sicurezza e i valori costituzionali

Il Tribunale ha inoltre sottolineato la contiguità del soggetto con gruppi terroristici islamici, elemento ritenuto incompatibile con i principi e i valori della pacifica convivenza che caratterizzano l’ordinamento italiano. Tale adesione a ideologie estremiste è stata considerata un fattore decisivo nel giudizio di pericolosità sociale e nella conseguente esclusione delle forme di protezione previste dalla normativa vigente.

L’intervento operativo della D.I.G.O.S.

Una volta definito il quadro giuridico e amministrativo, gli investigatori della D.I.G.O.S. di Como hanno localizzato lo straniero all’interno di un appartamento cittadino. L’uomo è stato quindi accompagnato e affidato agli specialisti dell’Ufficio Immigrazione della Questura, che hanno avviato le procedure necessarie per dare esecuzione al provvedimento di espulsione.

Il decreto di espulsione e l’accompagnamento alla frontiera

Il 37enne è stato destinatario di un decreto di espulsione emesso dal Prefetto della Provincia di Como, Corrado Conforto Galli. Il provvedimento è stato successivamente eseguito dal Questore di Como, Marco Calì, che ha disposto l’immediato accompagnamento alla frontiera, avvalendosi della forza pubblica. L’uomo è stato così rimpatriato nel proprio Paese di origine, ponendo fine a una vicenda che ha visto impegnati per mesi gli apparati di sicurezza nella tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza dello Stato.

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