Giuseppe Bonifati, tra cielo e terra: l’arte come viaggio continuo tra teatro, cinema e vita.
«Dopo aver sfiorato il cielo con un dito, ora tocco terra – seppur per un breve istante». È con questa immagine sospesa, poetica e concreta allo stesso tempo, che Giuseppe Bonifati racconta il momento che sta vivendo. Da poco quarantenne, l’artista italiano guarda al proprio percorso con una lucidità nuova, senza rinunciare a quello sguardo curioso e leggero che lo accompagna dagli inizi.

Attore, regista, autore teatrale e ora anche cineasta in divenire, Bonifati ha costruito una carriera internazionale che lo ha portato a collaborare con nomi assoluti del cinema mondiale come Ridley Scott (Tutti i soldi del mondo), Michael Mann (Ferrari) e Martin Scorsese (la docu-serie The Saints). Un percorso che oggi non viene vissuto come un traguardo, ma come una tappa naturale.

«Mantengo la freschezza degli inizi senza la pressione di dover raggiungere risultati a tutti i costi. Forse è l’età in cui si impara a respirare invece di correre», racconta Bonifati. E cita Edith Piaf, quasi a sigillare il senso di libertà conquistato: “Je me fous du passé”.
Un sodalizio artistico e umano
Al centro della sua vita, personale e creativa, c’è Linda Sugataghy, ungherese, moglie e collaboratrice storica. Un legame che va oltre il lavoro e diventa una vera e propria alleanza esistenziale.
«Con lei ho trovato la mia patria», afferma Bonifati. «Viviamo un amore in simbiosi fatto di amicizia, complicità e sostegno reciproco». Insieme condividono la scrittura, la produzione e la creazione di nuovi mondi artistici, vissuti come antidoto alle banalità del quotidiano. Un’immaginazione che diventa spazio di libertà e cura.

Il teatro come laboratorio vivo
Dopo oltre quindici anni di attività, 35 lavori rappresentati e spettacoli portati in più di 32 Paesi, il teatro di Giuseppe Bonifati gode di ottima salute. Anzi, continua a mutare forma.
Di recente l’artista ha presentato il capitolo conclusivo della trilogia dantesca (Inferno, Purgatorio e Paradiso) al Planetarium di Copenhagen, davanti a oltre 6.000 spettatori. Un’esperienza che dimostra come i classici possano rinascere dialogando con luoghi simbolici e inusuali.
«Abbiamo dimostrato che i classici possono parlare al presente, se messi in relazione con lo spazio e con la città», spiega.

Teatro in movimento e palcoscenici inaspettati
La sperimentazione continua con progetti che ridefiniscono l’idea stessa di palcoscenico. Artbulance è un teatro su quattro ruote che attraverserà l’Europa, unendo arte, cura e cittadinanza. Parallelamente, il Teatro Volante negli spazi dell’aeroporto di Billund e la regia del musical An Ideal American confermano la sua vocazione a portare il teatro fuori dai luoghi convenzionali.
«Trasformiamo ogni luogo in scena», dice Bonifati con un sorriso. «Persino sulle nuvole».

Dal palcoscenico al cinema: nuovi orizzonti
Accanto al teatro, si apre ora una nuova fase: il debutto come sceneggiatore e regista cinematografico. Insieme a Linda, produttrice e montatrice, Bonifati sta lavorando alla sua opera prima di finzione, La vendetta è un piatto che va servito freddo.
Il film racconta la storia di un italo-danese convinto di essere Amleto, che durante un viaggio alle origini in Calabria si trova immerso in una rete di segreti familiari e regolamenti di conti. Un racconto che intreccia identità, mito e dramma contemporaneo. Le riprese non inizieranno prima del 2027, mentre la sceneggiatura è ancora in piena evoluzione.
In parallelo, Bonifati sta sviluppando un docufilm indipendente in Spagna, previsto per il 2026, ambientato probabilmente nella regione de La Rioja, dedicato alla fugacità dei sentimenti e delle notizie lampo.

Il ritorno davanti alla macchina da presa
Sul fronte attoriale, l’artista sarà inoltre presente nella serie A Taste for Murder, in uscita nel 2026 su BritBox Nordamerica. Ambientata a Capri, la serie segue un detective coinvolto in delitti legati alla cucina tradizionale italiana. Bonifati recita accanto a Warren Brown e a un ampio cast internazionale, confermando ancora una volta la sua dimensione europea.
A quarant’anni appena compiuti, Giuseppe Bonifati non sembra interessato a fermarsi o a definire se stesso in modo definitivo. Tra cielo e terra, tra palco e set, continua a muoversi con la stessa curiosità degli inizi, trasformando ogni tappa in un nuovo viaggio creativo.
Info: www.doopag.com
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