Chieti, traffico di migranti gestito con falsi decreti flussi: arrestato il capo dell’organizzazione criminale
Operazione dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro coordinata dalla DDA dell’Aquila. In manette un 45enne bengalese, accusato di aver fatto entrare in Italia centinaia di connazionali con contratti fittizi. Diciannove gli indagati.
Chieti, traffico di migranti gestito con falsi decreti flussi: arrestato il capo dell’organizzazione criminale.
I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Chieti, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia dell’Aquila, hanno arrestato un 45enne di nazionalità bengalese, considerato il vertice di un’organizzazione criminale dedita al traffico di migranti mediante l’uso fraudolento dei decreti flussi.
Dalle prime luci dell’alba, i militari – con il supporto operativo dei Comandi Provinciali di Pescara, L’Aquila e Teramo – hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale dell’Aquila e hanno notificato 19 avvisi di conclusione delle indagini preliminari a persone ritenute gravemente indiziate di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, rapina e tentata estorsione.
Le indagini, durate oltre due anni, hanno permesso di smantellare una rete criminale transnazionale.
Il gruppo, secondo quanto emerso, sfruttava in modo sistematico la normativa sui decreti flussi, predisponendo false proposte di lavoro per ottenere visti d’ingresso o falsificando direttamente i documenti, permettendo così l’ingresso in Italia di centinaia di cittadini extracomunitari, soprattutto provenienti dal Bangladesh.
L’organizzazione era strutturata su più livelli e si avvaleva di una rete composta da:
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imprenditori compiacenti, che redigevano contratti di lavoro fittizi o costituivano società fantasma in occasione dei “click day”;
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professionisti, incaricati di curare la documentazione necessaria per rendere formalmente regolari le pratiche;
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intermediari in Bangladesh, che reclutavano migranti e organizzavano il loro arrivo in Italia, spesso dietro il pagamento di somme molto elevate.
Il sistema, che alcuni indagati definivano una vera e propria “miniera”, avrebbe generato profitti illeciti per oltre 3 milioni di euro, sfruttando la disperazione di chi cercava un futuro migliore.
Durante l’attività investigativa, nel luglio 2024, i Carabinieri del NIL di Chieti avevano già colto in flagranza due imprenditori a Pescara mentre consegnavano a cittadini stranieri documentazione falsa per l’ingresso in Italia in cambio di denaro.
L’uomo arrestato, secondo quanto ricostruito, svolgeva funzioni di raccordo operativo con l’estero, occupandosi personalmente di individuare connazionali disponibili a entrare nel circuito illecito.
In un episodio, avrebbe aggredito e minacciato un connazionale per costringerlo al pagamento di somme dovute.
Considerata la gravità e l’attualità del pericolo di reiterazione dei reati, il G.I.P. ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere presso la Casa Circondariale di Pescara.
Gli altri 19 indagati, pur ritenuti gravemente indiziati, non sono stati destinatari di misure cautelari per l’assenza di esigenze attuali.
Il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro ha sottolineato che l’operazione rientra nell’impegno costante dell’Arma nel contrasto all’immigrazione irregolare e allo sfruttamento lavorativo, due fenomeni sempre più connessi e al centro dell’attenzione investigativa su tutto il territorio nazionale.
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