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Catanzaro, due indagati del clan dei “Gaglianesi” tornano in carcere: il Tribunale del Riesame ripristina la misura cautelare per associazione mafiosa

La decisione dopo l’annullamento con rinvio da parte della Corte di Cassazione. I due sono ritenuti gravemente indiziati di appartenenza a un sodalizio di tipo mafioso attivo nel capoluogo calabrese.

Catanzaro, due indagati del clan dei “Gaglianesi” tornano in carcere: il Tribunale del Riesame ripristina la misura cautelare per associazione mafiosa.

Nei giorni scorsi, a Catanzaro, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, su disposizione del Tribunale del Riesame, hanno dato esecuzione a due provvedimenti di ripristino della misura cautelare in carcere nei confronti di due indagati ritenuti responsabili – a vario titolo – dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione e lesioni personali, aggravati dal metodo mafioso.

I due soggetti erano già stati arrestati il 27 febbraio 2024, insieme ad altre ventuno persone, nell’ambito di una vasta operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Catanzaro, che aveva colpito un presunto gruppo criminale operante nel capoluogo e nell’hinterland.

L’inchiesta aveva portato all’emissione di misure cautelari per ipotesi di reato che includevano, oltre all’associazione mafiosa, estorsione, rapina, usura, truffa, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, molti dei quali aggravati dalle finalità mafiose.

In un primo momento, il Tribunale del Riesame aveva parzialmente riformato l’ordinanza cautelare, escludendo la gravità indiziaria in relazione al reato di associazione di tipo mafioso e all’aggravante delle modalità mafiose.

Contro tale decisione, la Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro aveva presentato ricorso in Cassazione.

La Suprema Corte, nel luglio 2025, ha accolto il ricorso, annullando con rinvio l’ordinanza del Riesame.

All’esito del nuovo esame, il Tribunale ha confermato integralmente la misura originaria disposta dal G.I.P., ritenendo sussistente la gravità indiziaria riguardo all’appartenenza dei due al sodalizio mafioso noto come “Clan dei Gaglianesi”, nonché l’aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso, disponendo dunque la custodia cautelare in carcere.

La stessa sorte era toccata, a fine settembre, a un altro indagato, già destinatario di misura cautelare analoga poi annullata dal Riesame. Anche in quel caso, la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso della Procura Distrettuale, aveva rinviato per una nuova pronuncia, portando al ripristino della misura restrittiva.

L’articolata attività investigativa – condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro con il coordinamento della DDA – ha riguardato un ampio arco temporale, dal 2014 ad oggi, e si è sviluppata attraverso intercettazioni, riscontri e indagini sul campo.

Le evidenze raccolte hanno delineato l’operatività della storica compagine criminale dei “Gaglianesi”, attiva a Catanzaro e dedita a diversi reati contro la persona e il patrimonio.

Il gruppo, secondo l’ipotesi investigativa, agiva sotto l’influenza delle ‘ndrine di Isola Capo Rizzuto e San Leonardo di Cutro (Crotone), mantenendo rapporti anche con altre cosche calabresi.

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