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Castel Volturno, operazione antidroga: smantellata piazza di spaccio mafiosa nella “Royal Residence”. Undici misure cautelari eseguite

La rete criminale, ispirata al modello Scampia–Secondigliano, avrebbe trasformato il complesso residenziale in una base operativa h24 protetta da vedette, armi e videosorveglianza.

Castel Volturno, operazione antidroga: smantellata piazza di spaccio mafiosa nella “Royal Residence”. Undici misure cautelari eseguite.

I Carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone, nella giornata del 10 dicembre 2025, hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. del Tribunale di Napoli e dal G.I.P. del Tribunale per i Minorenni, nei confronti di 11 persone, tra cui due minorenni all’epoca dei fatti, ritenute responsabili di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso e dall’utilizzo di armi da fuoco, oltre che di numerosi episodi di spaccio.

L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha ricostruito quella che viene delineata come una piazza di spaccio strutturata, radicata nel complesso residenziale “Royal Residence” di Castel Volturno, località Villaggio Coppola Pineta Mare, dove risiedono decine di famiglie costrette a convivere con il controllo del gruppo criminale.

Il “modello Scampia” esportato nella Royal Residence

Secondo quanto emerso, la rete avrebbe replicato le dinamiche operative delle piazze di spaccio di Scampia–Secondigliano, zona d’origine degli indagati: vedette in quota, sfruttando i 10 piani del palazzo; sbarramenti e percorsi obbligatisistema di videosorveglianza interno; presidio costante della hall, punto nevralgico dell’attività h24.

L’obiettivo era controllare il condominio in modo militare, mantenendo un flusso continuo di vendite e impedendo l’accesso alle forze dell’ordine.

Castel Volturno, operazione antidroga: smantellata piazza di spaccio mafiosa nella “Royal Residence”. Undici misure cautelari eseguite

Un incendio: l’atto intimidatorio che ha rivelato il sistema

Le attività investigative sono iniziate nella seconda metà del 2023, dopo l’incendio di un appartamento nel complesso, subito interpretato come un atto intimidatorio per piegare i residenti al silenzio.

Da lì, gli investigatori hanno delineato la presenza del gruppo, composto da soggetti pregiudicati provenienti da Secondigliano, che avrebbero ricevuto una “autorizzazione” da elementi vicini al clan dei Casalesi, fazione Bidognetti, storicamente radicato nel territorio.

Episodi violenti, armi, intimidazioni: la vita dei residenti sotto assedio

Il provvedimento giudiziario ricostruisce una serie di episodi emblematici della metodologia mafiosa utilizzata dal gruppo:

  • pestaggi ordinati dai promotori per punire acquirenti e condomini;

  • incendi ai danni dell’amministratore e di residenti;

  • il ferimento di un cittadino polacco, colpito alle gambe con una pistola clandestina modificata;

  • un generale clima di assoggettamento e omertà, imposto attraverso minacce, violenza e presenza armata.

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