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Val Trompia, smantellato il gruppo giovanile “069”: otto misure cautelari per violenze, rapine ed estorsioni.

Blitz dei Carabinieri tra Brescia, Villa Carcina, Sarezzo e Concesio: coinvolti giovani tra i 17 e i 19 anni, accusati di aggressioni, estorsioni e atti persecutori commessi tra il 2022 e il 2025.

Val Trompia, smantellato il gruppo giovanile “069”: otto misure cautelari per violenze, rapine ed estorsioni.

Nelle prime ore di lunedì 15 dicembre, un’ampia operazione dei Carabinieri ha interessato diversi comuni della provincia di Brescia, in particolare Brescia città, Villa Carcina, Sarezzo e Concesio. I militari della Compagnia di Gardone Val Trompia, supportati dal personale del Comando Provinciale di Brescia e dal Nucleo Cinofili di Casatenovo, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal GIP presso il Tribunale per i minorenni di Brescia, su richiesta della locale Procura per i minorenni.

Otto provvedimenti cautelari a carico di giovani indagati

Il provvedimento ha disposto complessivamente otto misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti, tutti di età compresa tra i 17 e i 19 anni e minorenni all’epoca dei fatti. Tre di loro sono stati collocati in comunità, mentre per altri cinque è stato disposto l’obbligo di permanenza in casa. Gli indagati, italiani ed extracomunitari, sono ritenuti responsabili a vario titolo di una lunga serie di reati, tra cui aggressioni violente, atti persecutori, estorsioni, rapine, minacce, furti, porto di armi o oggetti atti ad offendere e danneggiamenti.

Una scia di episodi violenti tra il 2022 e il 2025

I fatti contestati si collocano in un arco temporale ampio, compreso tra settembre 2022 e marzo 2025, e hanno interessato in particolare i comuni di Villa Carcina, Sarezzo e Concesio. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, le condotte delittuose avrebbero generato un clima di diffusa preoccupazione sul territorio della bassa e media Val Trompia, soprattutto per la reiterazione degli episodi e per la particolare aggressività dimostrata nei confronti delle vittime.

Perquisizioni e avvisi di garanzia per altri 17 indagati

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, i Carabinieri hanno effettuato ulteriori 17 perquisizioni delegate dalla Procura per i minorenni di Brescia nei confronti di soggetti di età compresa tra i 15 e i 20 anni, tra cui tre minorenni e quattordici maggiorenni. Nei confronti di questi ultimi è stata notificata l’informazione di garanzia per i medesimi episodi, a conferma dell’ampiezza e della complessità dell’indagine.

Il collegamento con le condanne già emesse nel 2024

I provvedimenti eseguiti nelle ultime ore rappresentano il completamento di un’attività investigativa già avviata da tempo. L’operazione si inserisce infatti nel solco delle misure adottate il 16 settembre 2024, quando erano state eseguite sette misure cautelari nei confronti dei componenti maggiorenni del gruppo. Questi ultimi sono stati successivamente condannati, nel maggio 2024, a pene detentive comprese tra i due e gli otto anni di reclusione.

L’indagine e la scoperta del sodalizio “069”

L’inchiesta, condotta dalla Stazione dei Carabinieri di Villa Carcina, è partita a seguito di una serie di rapine e aggressioni commesse da giovani, sia italiani che stranieri, nel territorio della Val Trompia. Le attività investigative, basate sulle dichiarazioni dei testimoni, sull’analisi dei sistemi di videosorveglianza e sull’esame dei telefoni cellulari sequestrati nel corso dei vari interventi, hanno consentito di individuare i presunti responsabili. In questo contesto è emersa l’esistenza di un sodalizio non verticistico denominato “069”, composto da maggiorenni e minorenni, i cui appartenenti avrebbero agito in modo coordinato.

Vittime fragili e violenza sistematica

Secondo quanto emerso dalle indagini, numerosi episodi delittuosi sarebbero stati caratterizzati da una particolare violenza nei confronti di vittime minorenni o persone con disabilità. Un elemento che ha contribuito ad aggravare il quadro accusatorio e a evidenziare la pericolosità sociale del gruppo, spingendo l’autorità giudiziaria a intervenire con misure restrittive significative.

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