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Premio Coraggio 2025: Eugenia Carfora premiata per la sua battaglia contro la dispersione scolastica e la legalità

La Dirigente Scolastica dell’Istituto Morano di Caivano, Eugenia Carfora, sarà premiata con il Premio Coraggio 2025 per il suo impegno nella lotta contro la criminalità e la dispersione scolastica

Premio Coraggio 2025: Eugenia Carfora premiata per la sua battaglia contro la dispersione scolastica e la legalità

L’Associazione Nazionale Donne Elettrici di Brescia organizza dal 1983 il Premio Coraggio, assegnato a personalità femminili che si sono distinte in ambito politico, sociale e culturale nella promozione del coraggio del vivere etico-civile. Il premio, di rilevanza nazionale, intitolato a Gianna Spada, nel 2025 sarà assegnato alla Professoressa Eugenia Carfora – Preside dell’Istituto Superiore Francesco Morano di Caivano (Na) – per la sua personale battaglia contro la dispersione scolastica e per aver reso la sua Scuola un esempio di legalità e un modello positivo per tutta l’Italia. Durante la cerimonia dialogherà con la premiata il dottor Francesco Verderami, Editorialista del Corriere della Sera.

Eugenia Carfora da 18 anni è in prima linea come Dirigente scolastica in una scuola di frontiera, in un quartiere difficile dove regna il degrado, comandano le mafie e le piazze di spaccio regolano la vita nei palazzi e delle famiglie. Ha cercato in ogni modo di recuperare i ragazzi dalla strada convinta che, “ogni minuto in più passato a scuola è un minuto sottratto ai cattivi esempi e al ricatto dei malavitosi”.

È stata definita “Preside coraggio” perché per prima ha scelto di non accettare che gli alunni non si presentassero a scuola. Lei stessa è uscita per cercarli nell’agglomerato urbano di impersonali casermoni costruiti in fretta dopo il sisma del 1980. Il Parco Verde, il cui nome è in contraddizione con una realtà che non conosce né alberi né prato è una zona abbandonata. Come nelle periferie dimenticate cresce solo la criminalità e fiorisce lo spaccio di droga. Questo è lo stesso quartiere dove nel 2014 la piccola Fortuna Loffredo, di soli 6 anni, venne violentata da un vicino e buttata giù dal terrazzo del suo palazzo.

Premio Coraggio 2025: Eugenia Carfora premiata per la sua battaglia contro la dispersione scolastica e la legalità

Caivano è un paese che soffre anche della tragedia dei rifiuti tossici. Questa è la realtà insalubre e deteriorata che circonda l’Istituto Morano. La Dirigente scolastica Eugenia Carfora non si è mai rassegnata che Caivano potesse essere un posto senza speranza. Per questo ha trasmesso ai suoi studenti l’idea che la scuola è l’unica strada percorribile per combattere l’illegalità, avere un vero lavoro e non diventare manovalanza delinquenziale. Quando è arrivata nel 2007 la scuola era quasi inagibile. In alcune aule e in alcuni corridoi non c’era neppure il pavimento. I servizi igienici erano indegni di chiamarsi tali e il cortile ingombro di spazzatura. La metà di un piano era stata occupata dalla famiglia del custode e all’interno dell’Istituto c’era un bar abusivo.

Oggi il cortile è stato ripulito, le aule ritinteggiate e circa 900 ragazzi frequentano regolarmente le lezioni. Le lavagne sono state sostituite da computer e proiettori, si impara anche a recitare e a fare musica. Ma il fiore all’occhiello di Eugenia Carfora è l’Istituto Alberghiero, creato dal nulla utilizzando mobili di riciclo donati da persone che si sono innamorate del suo progetto e del suo tenace spirito di iniziativa. Il suo appello alla legalità è stato raccolto dalle Istituzioni e recentemente anche dalla RAI che, avendo ritenuto significativa la sua storia, sta realizzando una serie televisiva.

Il sogno della Preside di Caivano non finisce con la riqualificazione della scuola e l’aiuto per trovare un lavoro ai giovani lontano dal luogo che li ha visti crescere. Il suo sogno è un altro, basato su un patrimonio di energie, idee e buona volontà che possa legare i giovani al territorio. È necessario che il coraggio diventi contagioso e spinga altre persone a investire sulle potenzialità locali, coltivando gli spazi a disposizione per creare una filiera alimentare. Il progetto farebbe dell’Istituto Morano un caso unico in Italia, bisogna soltanto crederci e avere il coraggio di provarci.

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