CAMBIA LINGUA

Operazione “Pettirosso”: Carabinieri Forestali in prima linea contro il bracconaggio. 135 denunciati, oltre 2.400 uccelli sequestrati

L’Arma tutela la biodiversità lungo le rotte migratorie delle Prealpi: sequestrate armi, trappole, farmaci dopanti e oltre 13.000 munizioni. Salvati 930 uccelli.

Operazione “Pettirosso”: Carabinieri Forestali in prima linea contro il bracconaggio. 135 denunciati, oltre 2.400 uccelli sequestrati.

Continua l’impegno dei Carabinieri Forestali nella difesa della biodiversità e nel contrasto al bracconaggio dei piccoli uccelli migratori.

Anche quest’anno l’Operazione “Pettirosso”, condotta dal Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma, attraverso il Reparto Operativo – SOARDA del Raggruppamento Carabinieri CITES, ha confermato l’efficacia dell’attività di prevenzione e repressione sul territorio.

L’operazione, ormai un punto di riferimento nazionale, è stata svolta in coordinamento con i Gruppi Carabinieri Forestali di Brescia, Bergamo, Mantova, Padova, Venezia, Verona e Vicenza, con il supporto delle unità cinofile e dei reparti territoriali dell’Arma, che hanno proceduto al ritiro cautelare di numerose armi e licenze di caccia.

Fondamentale il contributo dei volontari di CASB, LIPU, Legambiente e WWF.

Le attività, tradizionalmente concentrate nel periodo autunnale lungo le rotte migratorie delle Prealpi lombardo-venete, hanno portato a risultati particolarmente rilevanti:

  • 135 persone denunciate
  • 2.467 uccelli sequestrati (vivi e morti)
  • 1.110 dispositivi illegali di caccia (trappole, reti, richiami acustici vietati)
  • 135 armi da fuoco sequestrate
  • 13.330 munizioni
  • 20 kit per contraffazione di anelli identificativi
  • 73 confezioni di farmaci dopanti

Grazie all’intervento tempestivo dei militari sono stati salvati 930 uccelli.

Gli esemplari in buone condizioni sono stati subito liberati, mentre quelli feriti sono stati affidati ai Centri di Recupero Animali Selvatici “Oasi WWF Valpredina” e “Il Pettirosso” per le cure e la riabilitazione.

Gli oltre 1.500 esemplari abbattuti illegalmente erano destinati al commercio illecito o al consumo, soprattutto nel circuito della ristorazione.

Molti uccelli sequestrati erano privi di anello identificativo oppure dotati di anelli manomessi, indizio di cattura illegale e di immissione sul mercato nero come “richiami vivi”.

La normativa prevede invece l’uso di anelli cilindrici inamovibili con codici univoci.

Tra i dispositivi sequestrati figurano: richiami acustici elettromagneticireti da uccellaggionearchetti e trappole metalliche, strumenti che possono causare sofferenze gravi e prolungate, lasciando gli animali agonizzanti per ore.

Particolarmente allarmante è il ritrovamento di farmaci dopanti, somministrati agli uccelli per alterarne il canto e renderli più performanti.

Si tratta di sostanze a base di derivati del testosterone, che al di fuori di trattamenti terapeutici possono provocare danni neurologici irreversibili, fino alla morte: un vero e proprio caso di maltrattamento animale.

L’Operazione “Pettirosso” si conferma dunque un pilastro nella lotta al bracconaggio, a tutela del “silenzioso volo della libertà” e del patrimonio faunistico nazionale.

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

×