Bologna, famiglie sfrattate per costruire un B&B: scontri, feriti e polemiche politiche
Due famiglie, tra cui una con un bambino disabile, sfrattate da una palazzina destinata a diventare un B&B. Muri sfondati, scontri con la polizia e accuse politiche incrociate.
Bologna, famiglie sfrattate per costruire un B&B: scontri, feriti e polemiche politiche
Mattinata di tensione a Bologna, in zona Fiera, dove lo sfratto di due famiglie con bambini, di cui uno disabile, da delle case popolari è degenerato in scontri tra attivisti e forze dell’ordine. L’intervento, eseguito giovedì mattina, ha coinvolto polizia e carabinieri in assetto antisommossa, con caschi e scudi, per dare corso a un atto di sgombero che, secondo il collettivo Plat, difensore degli inquilini, “è stato totalmente inaspettato”.
Gli attivisti hanno raccontato che solo dieci giorni prima erano stati ricevuti da Acer, che aveva chiesto i nominativi delle famiglie in difficoltà “per prenderle in carico”. “Non ci aspettavamo”, spiega una portavoce di Plat, “che, con un tavolo ancora aperto, arrivassero le forze dell’ordine a sfondare la porta”. Sul posto, la tensione è salita quando è stato comunicato che gli assistenti sociali non sarebbero intervenuti.
Per portare a termine lo sfratto, “invaso anche da appartenenti del collettivo” si è dovuto procedere aprendo un varco tra due appartamenti abbattendo un muro.
Dopo lo sfratto il collettivi Plat si è scontrato verso le forze dell’ordine, un attivista è rimasto ferito alla testa.
Secondo la Questura si trattava del settimo tentativo di accesso e alcuni manifestanti “hanno tentato di ostacolare le attività, andando incontro ai reparti schierati”. Sono state quindi necessarie alcune cariche di alleggerimento.
Le famiglie pagavano l’affitto, anche se lo stesso contratto d’affitto sembrerebbe essere scaduto da tempo, e la proprietà aveva deciso di riconvertire gli immobili in un B&B di lusso.
Nel pomeriggio di giovedì, una delegazione del collettivo è stata ricevuta dal responsabile delle politiche abitative del Comune, che ha riconosciuto “un problema di mancata comunicazione tra l’ente e Acer”. “Ci è stato detto”, riferisce ancora Plat, “che verrà aperta un’istruttoria interna per chiarire dove si sia creato il gap comunicativo. L’avvocato di Acer non era stato informato né delle caratteristiche del nucleo familiare né del tavolo di confronto in corso”.
Intanto, non è stata ancora trovata una sistemazione stabile per la famiglia sfrattata. “La proposta dei servizi sociali è stata rifiutata perché inadeguata” spiegano dal collettivo. Per ora, saranno ospitati da altre famiglie del Comitato Antisfratto.
Le immagini dello sgombero, diffuse dal collettivo Plat, hanno scatenato polemiche politiche. “Le immagini colpiscono e non possono appartenere alla storia della nostra regione” ha dichiarato l’assessore regionale alla Casa, Giovanni Paglia. “Sono il segno di un confine superato, tra il diritto all’abitare sancito dalla Costituzione e la logica della speculazione a ogni costo“, ha continuato.
La vicesindaca di Bologna, Emily Clancy, ha proposto l’apertura di “un tavolo con la Questura, i sindacati di proprietari e inquilini e le associazioni che si occupano di diritto alla casa”. Sulla stessa linea Simona Larghetti, capogruppo di Avs in Regione, che ha definito lo sgombero “una scena che non dovrebbe appartenere a un Paese civile”, aggiungendo: “Tutto questo per liberare appartamenti destinati a diventare un B&B di lusso. È inaccettabile”.
Dal centrodestra, invece, arrivano accuse al Comune: “Lepore sostiene chi non rispetta la legge e la proprietà privata”, ha detto l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Galeazzo Cavedagna. “Servono misure contro chi ostacola le forze dell’ordine”, ha aggiunto Michele Di Benedetto, capogruppo della Lega in Comune.
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