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Femminicidio a Cene, in Val Seriana: uccide la moglie con una pistola e si suicida. A scoprire i corpi è il figlio.

Rubens Bertocchi, 55 anni, ha sparato alla moglie Elena Belloli, 51, all’interno della loro abitazione. Poi ha rivolto l’arma contro sé stesso. A dare l’allarme il figlio 19enne. Si indaga su un movente di gelosia.

Femminicidio a Cene, in Val Seriana: uccide la moglie con una pistola e si suicida. A scoprire i corpi è il figlio.

Rubens Bertocchi, 55 anni, ha sparato alla moglie Elena Belloli, 51, all’interno della loro abitazione. Poi ha rivolto l’arma contro sé stesso. A dare l’allarme il figlio 19enne. Si indaga su un movente di gelosia.

Cene (Bergamo) – Un’altra tragedia familiare scuote il Paese e alimenta l’ennesima drammatica statistica sul femminicidio. Nel pomeriggio di giovedì 5 giugno, a Cene, piccolo centro della Val Seriana, Rubens Bertocchi, 55 anni, ha ucciso la moglie Elena Belloli, 51 anni, sparandole con una pistola regolarmente detenuta, per poi rivolgere l’arma contro sé stesso e togliersi la vita. A fare la macabra scoperta è stato uno dei due figli della coppia, che non riusciva a entrare in casa.

La scoperta del figlio e l’intervento dei soccorsi

L’allarme è scattato intorno alle 17. Uno dei figli della coppia – un ragazzo di 19 anni – ha allertato i vigili del fuoco dopo aver tentato invano di accedere all’appartamento di famiglia, al primo piano di una palazzina di tre piani in via Bernardo Fanti 53. Una volta forzata la porta, i soccorritori si sono trovati davanti ai corpi senza vita dei genitori, riversi a terra. L’uomo aveva ancora accanto la pistola semiautomatica calibro 22 usata per compiere l’omicidio-suicidio.

La dinamica e le indagini

Secondo i primi rilievi condotti dai carabinieri della Compagnia di Clusone e del Nucleo investigativo di Bergamo, l’uomo – che lavorava come guardia giurata – avrebbe esploso almeno un colpo mortale contro la moglie, impiegata, per poi togliersi la vita. La pistola era regolarmente denunciata.

Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Giampiero Golluccio, che ha disposto il sequestro dell’abitazione e dei telefoni cellulari della coppia per cercare ulteriori elementi utili alla ricostruzione dei fatti e al chiarimento del movente. Le salme di Bertocchi e Belloli sono state trasferite all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove verranno eseguite le autopsie.

L’ultimo messaggio e l’ipotesi della gelosia

Pochi istanti dopo aver compiuto il delitto, Bertocchi avrebbe inviato un messaggio a una persona vicina alla moglie. “Ora mi sparo”, avrebbe scritto. Un dettaglio che confermerebbe la volontà premeditata di porre fine alla propria vita dopo l’omicidio.

Secondo quanto emerso dalle prime testimonianze raccolte dagli inquirenti, alla base del gesto estremo ci sarebbe un motivo di gelosia. I carabinieri stanno scandagliando i telefoni e i messaggi per verificare se vi siano elementi che confermino l’ipotesi di un deterioramento del rapporto coniugale, possibile causa scatenante della tragedia.

Una famiglia conosciuta in paese

Rubens Bertocchi ed Elena Belloli vivevano da anni a Cene con i loro due figli, uno maggiorenne e uno minorenne. La famiglia era molto conosciuta nel paese. Il sindaco Edilio Moreni ha espresso il cordoglio della comunità: “Siamo sconvolti. Elena era una donna gentile, una persona stimata. Questa tragedia ha colpito tutti noi nel profondo. Siamo vicini ai figli e ai familiari”.

Fino a qualche anno fa, la famiglia aveva gestito un negozio di alimentari, un’attività che aveva contribuito a renderli una presenza familiare nel tessuto locale.

Ennesimo femminicidio: un dramma che si ripete

La morte di Elena Belloli si aggiunge a una lunga lista di donne uccise tra le mura domestiche, da uomini che avevano giurato di amarle. L’arma legalmente detenuta, la quotidianità che improvvisamente si spezza, i figli testimoni indiretti dell’orrore: ingredienti ricorrenti di un copione che in Italia continua a ripetersi con inquietante regolarità.

Secondo le prime stime del 2025, sono già decine le vittime di femminicidio nel solo primo semestre dell’anno. Un’emergenza sociale che interroga istituzioni, forze dell’ordine, servizi sociali e opinione pubblica, ma che troppo spesso lascia dietro di sé solo silenzio, dolore e vite spezzate.

Il futuro dei figli

Ora l’attenzione è rivolta ai due figli della coppia, improvvisamente orfani, traumatizzati da una violenza che ha sconvolto la loro vita. Saranno seguiti dai servizi sociali del Comune di Cene, in coordinamento con la Procura dei Minori. “Faremo di tutto per garantire loro il sostegno necessario”, ha detto il sindaco.

Nel frattempo, la comunità si stringe nel dolore, in attesa di capire come una storia familiare apparentemente normale abbia potuto precipitare in un abisso di sangue e disperazione.

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