Cortina, sgominato gruppo criminale vicino agli “Irriducibili” della Lazio: voleva infiltrarsi negli appalti delle Olimpiadi invernali 2026
Operazione “RESET”: la DDA di Venezia smantella un gruppo criminale legato agli ultras della Lazio. Volevano controllare lo spaccio, la movida e gli appalti per le Olimpiadi di Cortina 2026.
Cortina, sgominato gruppo criminale vicino agli “Irriducibili” della Lazio: voleva infiltrarsi negli appalti delle Olimpiadi invernali 2026.
Una rete criminale che, tra spaccio di droga, violenze ed estorsioni, stava tentando di mettere le mani sulla movida ampezzana e di infiltrarsi nei lavori pubblici per le Olimpiadi invernali “Milano-Cortina 2026” è stata smantellata dai Carabinieri di Cortina d’Ampezzo, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia.
L’operazione, denominata “RESET”, ha portato all’emissione di tre misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti responsabili – a vario titolo – di estorsione aggravata dal metodo mafioso (art. 416 bis.1 c.p.) e concorso nello spaccio di stupefacenti.
L’operazione “RESET”: smantellata una rete di criminali tra Roma e Cortina
All’alba di oggi, i Carabinieri della Compagnia di Cortina d’Ampezzo, supportati dai Nuclei Investigativi di Belluno e Roma, hanno eseguito un’ordinanza del GIP di Venezia a carico di tre persone:
- un soggetto tradotto in carcere;
- un altro agli arresti domiciliari;
- e un terzo sottoposto all’obbligo di dimora nella Capitale.
Contemporaneamente, sono state effettuate perquisizioni a carico di quattro ulteriori indagati coinvolti nello stesso circuito criminale.
L’inchiesta è il frutto di un’indagine avviata nel giugno 2024, a sua volta collegata a un’attività antidroga del 2022 della Procura ordinaria di Belluno.
Le investigazioni hanno rivelato l’esistenza di un gruppo strutturato e pericoloso, composto da due fratelli romani – già noti alle forze dell’ordine – legati alla frangia ultras degli “Irriducibili” della S.S. Lazio, e da un terzo uomo che gestiva formalmente una società con sede legale a Roma, utilizzata come schermo per le attività illecite.
Dai campi da calcio alla criminalità organizzata: i legami con “Diabolik”
I due fratelli, indicati dagli inquirenti come i veri promotori del sodalizio, vantavano rapporti diretti con esponenti della criminalità romana, tra cui Fabrizio Piscitelli, alias “Diabolik”, storico capo ultras della Lazio ucciso nel 2019 in un agguato a Roma.
Secondo la Procura di Venezia, i due uomini utilizzavano la loro appartenenza alla frangia ultras come marchio di intimidazione e garanzia di “caratura criminale”, ostentando collegamenti con ambienti di malavita capitolina per imporsi sulla scena locale di Cortina.
Negli ultimi anni, frequentavano regolarmente la località ampezzana, soprattutto nel periodo natalizio, dove avevano iniziato a costruire una rete di spaccio e controllo del territorio. Un collaboratore di giustizia ha confermato ai magistrati la presenza costante dei due uomini e il loro crescente interesse economico verso la località turistica.
Tre fasi di conquista: droga, locali e Olimpiadi
L’attività del gruppo si sviluppava secondo un disegno criminale in tre fasi, tipico delle organizzazioni mafiose:
- Controllo dello spaccio di stupefacenti.
I due fratelli avevano costruito una rete di pusher locali, imponendo la loro egemonia con violenze e minacce. Gli spacciatori “non autorizzati” venivano aggrediti, mentre gli assuntori insolventi subivano pestaggi o sequestri. In un episodio, una vittima è stata chiusa nel portabagagli di un’auto e minacciata di morte. - Infiltrazione nei locali della movida di Cortina.
Attraverso una società di comodo registrata a Roma, il gruppo acquisiva il controllo di locali e discoteche, imponendo con la forza PR, DJ e buttafuori compiacenti. L’obiettivo era duplice: gestire il business della notte e monitorare lo spaccio di droga nei locali sotto la propria influenza.
Le minacce non mancavano: in un caso, un ristoratore titolare di un noto rifugio è stato costretto con intimidazioni e violenze ad affidare l’organizzazione degli eventi alla rete dei fratelli romani. - Tentativi di infiltrazione negli appalti olimpici.
La fase finale del piano criminale mirava a inserirsi nel circuito degli appalti per Milano-Cortina 2026. Gli indagati avevano cercato di avvicinare un componente della Giunta comunale, proponendo un presunto “sostegno elettorale” in cambio di futuri incarichi nei lavori preolimpici.
Dopo le elezioni, avrebbero inviato messaggi minatori al politico, reclamando l’assegnazione di lavori che però non venne mai concessa.
Secondo la Procura, questa escalation dimostra la chiara volontà del gruppo di trasformarsi in un’organizzazione di stampo mafioso, basata su assoggettamento, controllo economico e intimidazione sistematica.
Pestaggi, minacce e violenza: il terrore nella “Cortina bene”
Gli episodi raccolti dagli inquirenti delineano uno scenario di paura e sottomissione nel cuore della perla delle Dolomiti.
Tra i casi più gravi documentati:
- il pestaggio di due dipendenti di un ristorante e di un albergo, puniti perché ritenuti spacciatori “fuori circuito”;
- l’aggressione a un organizzatore di eventi, trascinato in un bosco gelato e minacciato con una pistola, costretto a interrompere la propria attività e a consegnare gli incassi;
- le minacce di morte a un imprenditore locale, titolare di un rifugio-ristorante, obbligato a cedere il controllo degli eventi al gruppo criminale.
Secondo la DDA, le modalità operative del gruppo riflettono un metodo tipicamente mafioso, fondato su violenza, paura e ostentazione di potere, con l’obiettivo di creare un clima di sottomissione tra gli operatori economici locali.
Le indagini: intercettazioni, pedinamenti e fiducia delle vittime
L’indagine “RESET” è durata oltre un anno e si è sviluppata grazie a una complessa attività di intelligence e intercettazioni condotte dai Carabinieri di Cortina, in stretta collaborazione con la Procura di Venezia.
Gli investigatori hanno installato telecamere nascoste, microspie e sistemi di tracciamento per monitorare gli spostamenti e i contatti degli indagati. Parallelamente, sono state raccolte testimonianze decisive da parte di vittime e testimoni.
Molti cittadini, esercenti e amministratori locali – inizialmente restii a denunciare per paura di ritorsioni – hanno deciso di collaborare con gli inquirenti una volta convocati dai Carabinieri, raccontando nei dettagli le pressioni e le minacce subite.
Le loro deposizioni hanno avuto un valore cruciale per confermare la struttura del sodalizio e ricostruire il sistema di intimidazione diffuso sul territorio.
La DDA di Venezia: “Un segnale forte dello Stato in vista delle Olimpiadi”
La Procura Distrettuale Antimafia di Venezia ha sottolineato la gravità dei fatti, evidenziando come il tentativo di infiltrazione negli appalti olimpici rappresenti una minaccia diretta alla trasparenza e alla sicurezza degli investimenti pubblici per i Giochi invernali 2026.
Fonti della DDA hanno ribadito che le indagini proseguono, anche per verificare eventuali ulteriori complicità o collegamenti con gruppi criminali operanti nel Lazio e in altre regioni italiane.
Le forze dell’ordine hanno lanciato un appello alla popolazione:
“Chiunque sia a conoscenza di episodi o informazioni rilevanti per l’indagine è invitato a rivolgersi ai Carabinieri o alla Magistratura. La collaborazione dei cittadini è fondamentale per stroncare ogni tentativo di condizionamento mafioso nel territorio ampezzano.”
Cortina blindata: lo Stato difende la sua vetrina olimpica
L’operazione “RESET” arriva in un momento delicato per Cortina d’Ampezzo, impegnata nei preparativi per i Giochi Olimpici Invernali 2026, evento che attirerà milioni di visitatori e ingenti investimenti.
La DDA e i Carabinieri confermano la volontà di impedire qualsiasi infiltrazione criminale nei cantieri, negli appalti e nel tessuto economico locale, riaffermando che la “perla delle Dolomiti” non diventerà terreno di conquista per le mafie.
L’inchiesta rappresenta un chiaro messaggio di legalità: lo Stato è presente, vigile e determinato a difendere il volto pulito dell’Italia di fronte al mondo.
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