Pnrr: si sta lavorando per la totale implementazione del fascicolo sanitario elettronico
Nell’ambito del Pnrr, che mette in campo risorse che puntano sull’innovazione e la digitalizzazione, si sta lavorando per la totale implementazione del fascicolo sanitario elettronico, dapprima in ambito nazionale, poi con successiva possibile interoperabilità nel territorio dell’Unione Europea. Lo dice il ministro della Salute Orazio Schillaci, in un intervento-video inviato in occasione dell’incontro “La tutela della salute a livello europeo: una scommessa per il futuro”, che si svolge presso Esperienza Europa “David Sassoli” a Roma, organizzato dall’ufficio in Italia del Parlamento europeo ed a cui è intervenuto il responsabile dell’ufficio Carlo Corazza.
“La pandemia – spiega il ministro – ha dimostrato il valore dell’universalità dei servizi sanitari, anche nel contesto europeo, e come la salute pubblica debba essere considerata un investimento fondamentale per il benessere delle persone. E ha insegnato che la salute ha una dimensione globale. Con questa consapevolezza l’Italia è impegnata con gli altri Stati dell’Unione Europea a rafforzare i sistemi sanitari e a lavorare per garantire un’assistenza sanitaria equa ed accessibile a tutti. Nonostante le difficoltà economiche e la crisi energetica, il governo italiano ha aumentato le risorse destinate alla sanità nel triennio 2023-2026 e grazie ai fondi del Pnrr siamo impegnati a rendere il servizio sanitario nazionale più resiliente e pronto ad affrontare le future sfide”.
“Il piano – prosegue Schillaci – investe in maniera significativa sull’innovazione e la digitalizzazione. La sanità digitale può assicurare una svolta innovativa per l’intero sistema salute, favorendo un’assistenza personalizzata e centrata sulla persona e azioni di promozione, prevenzione e programmazione sanitaria in linea con i bisogni di salute della popolazione. In particolare stiamo lavorando per arrivare nei prossimi mesi alla totale implementazione del fascicolo sanitario elettronico, dapprima in ambito nazionale, poi con successiva interoperabilità speriamo nel territorio dell’Unione Europea. La sfida da vincere è quella di creare un ambiente in cui i dati sanitari possano essere condivisi e utilizzati in modo sicuro nella tutela della riservatezza dei dati stessi di ogni cittadino”.
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