CAMBIA LINGUA

Mattarella, atteso il discorso di fine anno: appello ai giovani a riprendere in mano il futuro e la Repubblica.

Il Presidente Sergio Mattarella e il discorso di fine anno: giovani, partecipazione e valori costituzionali al centro dell’appello agli italiani

Mattarella, atteso il discorso di fine anno: appello ai giovani a riprendere in mano il futuro e la Repubblica.

«I cittadini, e specialmente i giovani, prendano in mano le loro sorti e quindi anche quelle della Repubblica». È questo il filo conduttore che attraverserà il tradizionale messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un discorso che ancora una volta punta dritto al senso civico e alla partecipazione dal basso. Non un intervento politico in senso stretto, ma una chiamata collettiva alla responsabilità, rivolta a un Paese attraversato da incertezze, diseguaglianze e da una crescente disaffezione nei confronti della vita pubblica.

Un discorso istituzionale, non politico

È bene ricordarlo: a parlare la sera del 31 dicembre non è un leader di parte, ma l’istituzione che la Costituzione ha posto a garanzia dell’unità nazionale. Il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica è, per sua natura, un momento di bilancio e di orientamento morale. Mattarella traccerà una linea di continuità con i valori costituzionali, cercando coesione, richiamando all’unità e riaffermando il senso civico come fondamento della convivenza democratica. Un ruolo di “bussola” per un Paese spesso spiazzato dai conflitti internazionali e spesso disorientato.

Il rito civile del 31 dicembre al Quirinale

L’undicesimo discorso di San Silvestro di Sergio Mattarella entrerà nelle case degli italiani alle 20.30, a reti unificate. Il Presidente parlerà in piedi, dallo studio “alla Vetrata” del Quirinale, con alle spalle il Tricolore e la bandiera dell’Unione europea, simboli di un’identità nazionale che si intreccia con quella continentale. Circa quindici minuti di intervento, un tempo misurato, ma sufficiente per offrire un bilancio dell’anno che si chiude e delineare una cornice di valori e responsabilità per quello che verrà.

Poca politica, molti valori

Nel discorso troveranno poco spazio la politica estera e ancor meno quella interna. I grandi temi internazionali sono già stati affrontati dal Capo dello Stato nei recenti interventi di dicembre agli ambasciatori accreditati in Italia e alle alte cariche istituzionali. Anche questa volta Mattarella parlerà di pace, o meglio della necessità della pace, senza entrare nell’attualità delle crisi. L’obiettivo è un altro: tenere saldi nella coscienza collettiva i principi fondanti della Repubblica, offrendo spunti di riflessione più che giudizi sull’immediato.

Il 2026 e gli 80 anni della Repubblica

Uno dei passaggi centrali del messaggio sarà il richiamo a un anniversario che incombe: nel 2026 la Repubblica italiana compirà ottant’anni. La scelta del 2 giugno 1946, frutto di un referendum popolare che vide per la prima volta la partecipazione delle donne al voto, rappresenta le radici stesse della Costituzione promulgata nel 1948. Mattarella ricorderà come quella scelta non sia mai acquisita una volta per tutte, ma vada curata e rinnovata giorno dopo giorno attraverso l’impegno personale e collettivo.

Giovani e democrazia: una sfida aperta

Il contatto diretto con i cittadini, e in particolare con i più giovani, sarà uno degli obiettivi dichiarati del discorso. Il Presidente è da sempre attento alle nuove generazioni, alle loro ansie e ai loro bisogni, ma anche alle contraddizioni che le attraversano. Da un lato l’impegno civile, il volontariato, la sensibilità sui grandi temi del nostro tempo; dall’altro la distanza dalla politica istituzionale e dal voto. L’astensione, più volte definita da Mattarella un profondo vulnus della democrazia, è una ferita che il Capo dello Stato continua a osservare con preoccupazione.

Partecipazione come elemento vitale della Repubblica

Nel messaggio di fine anno, la partecipazione tornerà a essere indicata come “elemento vitale” della vita repubblicana. Non solo partecipazione elettorale, ma coinvolgimento nella comunità, assunzione di responsabilità, contributo quotidiano al bene comune. È in questa prospettiva che l’appello ai giovani assume un significato pieno: prendere in mano il proprio futuro significa anche riappropriarsi della politica come strumento collettivo di cambiamento e rinnovamento.

Pace, coesione e speranza

Accanto al tema della partecipazione, Mattarella toccherà quello della coesione sociale, in un momento storico segnato da fratture e diseguaglianze. La pace, invocata come “vera e giusta” in tutti i quadranti di crisi, non sarà solo un tema di politica estera, ma una condizione necessaria per ricostruire fiducia nel futuro. In questo quadro, l’Europa verrà richiamata come una delle esperienze più riuscite di pace e democrazia tra i popoli, nonostante le difficoltà del presente.

Un messaggio che guarda oltre il rito

Il messaggio di fine anno non è soltanto un rito che precede brindisi e auguri. Nelle intenzioni del Quirinale, è un invito a una riflessione collettiva sul significato profondo della Repubblica come bene comune. Parole pronunciate con toni pacati e linguaggio semplice, ma dense di richiami morali e civili, che vogliono parlare al cuore e alla coscienza degli italiani. Un appello a non arrendersi all’indifferenza e alla rassegnazione, ma a ritrovare nella partecipazione e nella solidarietà la chiave per affrontare le sfide che attendono il Paese.

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

×