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Hamas restituisce i corpi di quattro ostaggi a Israele, in cambio rilasciati 596 detenuti. La fine della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco 

Hamas ha consegnato i corpi di quattro ostaggi israeliani alla Croce Rossa. Israele risponde con il rilascio di detenuti palestinesi. Tensioni sul cessate il fuoco e nuove trattative in corso

Hamas restituisce i corpi di quattro ostaggi a Israele, in cambio rilasciati 596 detenuti. La fine della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco 

Nelle ultime ore, Hamas ha consegnato i corpi di quattro ostaggi israeliani alla Croce Rossa Internazionale. Le salme di Tsahi Idan, Ohad Yahalomi, Itzik Elgarat e Shlomo Mantzu sono state trasferite con la mediazione egiziana al valico di Kerem Shalom, prima di essere sottoposte a esami autoptici in Israele. Questo avvenimento segna un momento significativo all’interno della tregua in corso e potrebbe avere ripercussioni importanti sul futuro dei negoziati tra Israele e Hamas.

Il presidente israeliano Isaac Herzog, in un lungo post diffuso sul suo canale sociale di  X  ha reso omaggio ai quattro ostaggi: “Ci spezza il cuore l’amara notizia dell’identificazione di Ohad Yahalomi, Tsachi Idan, Itzik Elgarat e Shlomo Mantzur, i cui corpi sono stati restituiti durante la notte dalla prigionia dei terroristi di Hamas. In questo momento di dolore, c’è un pò di conforto nel sapere che saranno sepolti con dignità in Israele. Il ritorno dei corpi dei nostri fratelli dalla prigionia sottolinea il nostro obbligo morale a fare tutto ciò che è in nostro potere per riportare indietro tutti gli ostaggi: i vivi alle loro amate famiglie e i caduti per farli riposare in pace. Finche’ l’ultimo non sarà a casa! Sono tutti casi umanitari e devono essere tutti restituiti“, ha dichiarato il presidente.  

Scambio di prigionieri e reazioni internazionali

Parallelamente alla restituzione dei corpi, Israele ha rilasciato circa 596 detenuti palestinesi su un totale previsto di 602, in base agli accordi di cessate il fuoco. Questo scambio ha generato reazioni contrastanti: mentre in Israele si è dato l’ultimo saluto alla famiglia Bibas e si è commemorata la tragedia degli ostaggi, a Ramallah un autobus con detenuti liberati è stato accolto da una folla festante.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha commentato la morte del connazionale Ohad Yahalomi, definendo Hamas un’organizzazione che perpetua atti di barbarie. Anche l’ANPI ha espresso un parere critico sulla situazione, chiedendo al governo italiano di riconoscere lo Stato di Palestina e condannando l’idea di Gaza come un “luna park” per speculatori.

Israele ribadisce il controllo del corridoio Filadelfia

Un alto ufficiale israeliano ha dichiarato che Israele non abbandonerà il corridoio Filadelfia, la zona cuscinetto tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. Il governo di Tel Aviv ha affermato che non permetterà ad Hamas di riarmarsi attraverso il contrabbando e che non intende ritirare le proprie forze dalla zona, nonostante le previsioni del cessate il fuoco. “Non lasceremo il corridoio Filadelfia. Non permetteremo agli assassini di Hamas di scorrazzare di nuovo lungo i nostri confini con pickup e armi, e non consentiremo loro di riarmarsi grazie al contrabbando” è quanto si legge da un comunicato stampa del governo.

L’assassinio degli ostaggi e il proseguimento delle negoziazioni

Il governo israeliano ha reso noto che tre degli ostaggi restituiti (Ohad Yahalomi, Tsahi Idan e Itzhak Elgarat) sono stati assassinati durante la prigionia, mentre Shlomo Mantzur è stato ucciso il 7 ottobre, con il suo corpo successivamente portato a Gaza. Questo elemento aggiunge tensione ai negoziati e rende più complesso il dialogo per una seconda fase della tregua.

Hamas ha dichiarato che l’unico modo per ottenere la liberazione degli altri ostaggi ancora in loro possesso è il proseguimento dei negoziati e il rispetto dell’accordo di cessate il fuoco. Tuttavia, Tel Aviv considera che il rilascio degli ostaggi debba essere accompagnato da garanzie di sicurezza e dal disarmo di Hamas.

Il futuro della tregua e le prospettive per la pace

Con la fine della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco e la restituzione dei 33 ostaggi previsti, di cui 25 vivi e 8 deceduti, il futuro del conflitto rimane incerto. L’eventuale estensione della tregua dipenderà dalla volontà delle parti di continuare il dialogo. I media nazionali israeliani hanno sottolineato che ogni ulteriore rilascio di ostaggi dipenderà dal raggiungimento di nuove intese tra Israele e Hamas.

Hamas restituisce i corpi di quattro ostaggi a Israele, in cambio rilasciati 596 detenuti. La fine della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco  La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi della crisi, con la speranza che i negoziati possano portare a una soluzione duratura del conflitto. Tuttavia, le tensioni persistenti, la questione degli ostaggi ancora prigionieri e le divergenze strategiche tra Israele e Hamas rendono il cammino verso la pace ancora lungo e difficile.

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