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Attentato a Sigfrido Ranucci: esplosione distrugge l’auto del giornalista e della figlia a Pomezia. Mattarella: “Severa condanna per il grave gesto”

Attentato intimidatorio contro il conduttore di Report: un ordigno esplosivo distrugge le auto di Sigfrido Ranucci e della figlia davanti alla loro casa a Pomezia. Indaga l’Antimafia. Mattarella e Meloni condannano duramente il gesto e ribadiscono la difesa della libertà di stampa.

Attentato a Sigfrido Ranucci: esplosione distrugge l’auto del giornalista e della figlia a Pomezia. Mattarella: “Severa condanna per il grave gesto”

Un attentato a scopo intimidatorio ha colpito Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, la notte scorsa davanti alla sua abitazione a Pomezia. Un ordigno rudimentale, contenente circa un chilo di esplosivo, è esploso vicino alle auto del giornalista e della figlia, causando danni ingenti ai veicoli e potenzialmente alla villetta adiacente.

Ordigno azionato con miccia, indagini in corso

Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, l’esplosivo non è stato attivato a distanza né con un timer: sarebbe stato lasciato sul posto con la miccia già accesa tra due vasi esterni alla villetta. Testimoni avrebbero visto un uomo incappucciato allontanarsi subito dopo l’esplosione. Gli inquirenti stanno cercando telecamere di sorveglianza in zona per ricostruire esattamente come sia stato posizionato l’ordigno.

Sigfrido Ranucci
Sigfrido Ranucci

Il racconto di Ranucci: “Un salto di qualità preoccupante”

“Ho sentito un boato tremendo, erano le 22.17. Anche i carabinieri lo hanno percepito grazie alle registrazioni di alcune persone in zona”, ha raccontato Ranucci. Il conduttore ha confermato di essere passato a una macchina blindata come misura di sicurezza, già attiva in passato dal 2014, quando fu sottoposto a protezione dopo minacce mafiose.

Ranucci ha inoltre ricordato le minacce ricevute negli ultimi tempi, dal ritrovamento di due proiettili P38 fuori casa fino a pedinamenti documentati dalla scorta. “Ho sempre informato l’autorità giudiziaria e lo Stato mi è sempre stato vicino”, ha detto, sottolineando che quanto accaduto rappresenta “un salto di qualità preoccupante perché l’attacco è avvenuto proprio davanti a casa”.

Danni ingenti e rischio per la famiglia

Un video pubblicato sui canali social di Report mostra l’auto del giornalista completamente distrutta e quella della figlia danneggiata. Secondo la trasmissione, la potenza dell’esplosione “avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento”. La figlia aveva parcheggiato l’auto appena venti minuti prima dell’esplosione, mentre la vettura di Ranucci era lì dal giorno prima.

Giorgio Mottola, inviato di Report, ha raccontato a Rai Radio1: “Sigfrido era tornato a casa da dieci minuti, dopo giorni di lavoro fuori, quindi è molto probabile che qualcuno lo abbia monitorato e stesse aspettando”.

Stato delle indagini

Sulla vicenda indagano i pm dell’Antimafia di Roma. Le forze dell’ordine stanno analizzando l’area alla ricerca di elementi utili all’identificazione del responsabile e a chiarire se si tratti di un avvertimento legato al lavoro giornalistico di Ranucci o ad altre motivazioni.

Il giornalista, pur profondamente preoccupato per la sicurezza della famiglia, ha sottolineato: “Non sappiamo ancora da dove venga la minaccia e se sia un avvertimento di qualcosa che accadrà, ma lo Stato e le istituzioni ci sono vicine”.

Relativamente all’avvenimento, la premier Meloni ha fatto rilasciare una nota da Palazzo Chigi: “La libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere”, mentre il Presidente Mattarella esprime la sua vicinanza al giornalista e alla famiglia, esortando a una “severa condanna per il grave gesto”.

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