Operazione “Grandsons 2”: sgominata organizzazione criminale dedita al traffico di droga e armi tra Marche, Abruzzo e altre regioni
Sgominata rete criminale dedita al traffico di droga e armi, attiva tra Marche, Abruzzo e Liguria. Quattordici misure cautelari. Al vertice un ex affiliato alla ’ndrangheta.
Operazione “Grandsons 2”: sgominata organizzazione criminale dedita al traffico di droga e armi tra Marche, Abruzzo e altre regioni.
Ascoli Piceno, 8 luglio 2025 – Un duro colpo alla criminalità organizzata è stato inflitto dalla Polizia di Stato nell’ambito dell’operazione “Grandsons 2”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona. L’azione, condotta all’alba da oltre cento agenti, ha portato all’esecuzione di 14 misure cautelari (12 in carcere e 2 ai domiciliari) nei confronti di individui gravemente indiziati di appartenere a un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e alla detenzione illegale di armi, anche da guerra.
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Un’organizzazione criminale strutturata
L’indagine, sviluppata dalla Squadra Mobile della Questura di Ascoli Piceno con il supporto della SISCO di Ancona, ha preso il via da accertamenti condotti inizialmente dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno e poi riuniti alla DDA di Ancona, che ha coordinato l’intera attività. Gli investigatori hanno ricostruito l’attività di una organizzazione stabile e gerarchicamente strutturata, operante nel traffico di cocaina, eroina e hashish, con ramificazioni nelle province di Ascoli Piceno e Teramo, oltre che in altre regioni italiane.
Il “clan dello zio” e il bunker della droga a San Benedetto del Tronto
Al vertice del gruppo è stato individuato un pregiudicato cinquantenne calabrese, già condannato per reati di mafia e legato a una cosca di ‘ndrangheta. Era chiamato da tutti “lo zio”, appellativo che ne certificava la leadership. L’abitazione dell’uomo, costruita abusivamente a San Benedetto del Tronto e decorata con simboli di potere come leoni e mosaici, fungeva da base operativa del gruppo: qui si pianificavano le attività illecite, si confezionava la droga e si impartivano ordini.
La struttura criminale, assimilabile a un clan, faceva uso sistematico di violenza e intimidazione per mantenere il controllo del territorio. In un episodio documentato, il capo imponeva la propria autorità su un collaboratore straniero brandendo un machete.
Donne coinvolte e legami familiari
L’organizzazione era fondata anche su rapporti di parentela tra gli affiliati e prevedeva ruoli operativi affidati anche a donne: tre sono state raggiunte da misura cautelare in carcere e due agli arresti domiciliari. Il gruppo aveva stretto un’alleanza stabile con soggetti albanesi, noti per la gestione dei traffici di cocaina, con collegamenti anche con una coltivazione di marijuana in Spagna.
Armi, bombe e traffico anche dal carcere
Durante le perquisizioni, sono state sequestrate armi da fuoco (due pistole a tamburo, un fucile a canne mozze e una pistola semiautomatica calibro 9×21), oltre a una bomba a mano priva di carica esplosiva ritrovata sepolta vicino alla casa del principale indagato grazie al fiuto di un cane. Le armi erano custodite tra le pertinenze dell’abitazione e dimostrano la pericolosità del gruppo.
Nonostante alcuni affiliati fossero detenuti nelle carceri di Ascoli, Teramo e Ferrara, riuscivano a mantenere i contatti con il gruppo tramite telefoni cellulari non autorizzati, continuando a organizzare le attività di spaccio anche dal carcere.
Un’operazione su scala nazionale
L’operazione “Grandsons 2” si è svolta contemporaneamente in diversi territori tra Marche, Abruzzo e Liguria. Sono intervenute le Squadre Mobili di Ancona, Chieti, Fermo, L’Aquila, Macerata, Perugia, Pesaro, Pescara, Teramo, Terni, Potenza e Imperia, con il supporto del Reparto Prevenzione Crimine di Pescara, delle unità cinofile antidroga di Ancona e Roma, del Reparto Volo di Pescara e della Polizia Penitenziaria di Ascoli Piceno.
Nel corso delle indagini sono stati effettuati anche cinque arresti in flagranza di reato, tra cui cittadini italiani e albanesi. Il gruppo era in grado di smistare quantitativi significativi di droga, fino a diversi chilogrammi.
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha accolto la richiesta della DDA di Ancona, emettendo 14 ordinanze di custodia cautelare. Gli arrestati saranno interrogati nei prossimi giorni durante gli interrogatori di garanzia. L’attività investigativa ha svelato un’organizzazione fortemente radicata, pericolosa e violenta, che puntava al controllo del traffico di droga nell’area adriatica.
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