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CAMBIA LINGUA

Monza, La mostra Autoritratto è in collaborazione con Teatro Binario7

Monza, Il progetto I temi dell’arte, dopo sei mostre dedicate ai generi artistici della tradizione, arriva alla conclusione con la settima e ultima esposizione della serie: Autoritratto.
Per esplorare le possibili variabili di questo tema tanto complesso e affascinante, abbiamo chiesto a sessanta artisti di proporci un loro autoritratto.

L’invito a partecipare a questa kermesse è stato rivolto a tutti gli artisti che avevano partecipato alle precedenti sei mostre dedicate ai diversi temi iconografici ma anche a nuovi nomi. Alcuni di loro frequentano l’autoritratto da sempre, altri hanno sperimentato per la prima volta la dimensione dell’autoanalisi. Qualcuno ha ripescato opere realizzate nel passato, qualcun altro ha preferito mettersi in gioco nell’attualità; chi ha interpretato il proprio autoritratto come un racconto e chi, invece, l’ha pensato come un’effige immobile nel tempo, chi l’ha aperto a una riflessione collettiva e chi ha mantenuto stretti i confini della propria identità. Già nelle diverse scelte si coglie un riflesso della personalità dell’artista, il suo modus operandi e la sua mentalità.
La mostra disattende tutti i consueti criteri espositivi, scegliendo una dimensione non museale ma adeguata al luogo “non deputato” che la ospita: il teatro Binario7.
Abbiamo voluto creare un percorso avvolgente e disorientante: un viaggio tra sguardi, pensieri, riflessioni private e intime confessioni condotte con linguaggi, stili, toni e caratteri differenti. Un caotico succedersi di immagini diverse che rappresentano volti e anime altrettanto diverse. Le sessanta opere in mostra compongono un mosaico eterogeneo e variegato, un curioso percorso nella parte più intima della creatività artistica.

In mostra autoritratti di:
Vincenzo Balena, Davide Balossi, Sergio Battarola, Claudio Beorchia, Sergio Besutti, Bruno Biffi, Piera Biffi, Maurizio Bonfanti, Raffaele Bonuomo, Walmer Bordon, Ermenegildo Brambilla, Giuseppe Buffoli, David Andres Carrara, Casagrande&Recalcati, Simone Casetta, Silvana Castellucchio, Elisa Cella, Andrea Cereda, Giovanni Cerri, Chiò, Silvia Cibaldi, Rosabianca Cinquetti, Vittorio Comi, Giulio Crisanti, Umberto Crisciotti, Daf, Francesca Della Toffola, Dellaclà, Paolo Facchinetti, Federica Ferzoco, Nadia Galbiati, Giuliano Gaigher, Kazumasa Mizokami, Rossana Maggi, Silvia Manazza, Camilla Marinoni, Gennaro Mele, Ettore Moschetti, Elena Mutinelli, Giacomo Nuzzo, Lorenzo Pacini, Luca Panucci, Luciano Pea, Giangi Pezzotti, Vera Pravda, Leonardo Prencipe, Dolores Previtali, Marco Rossi, Alex Sala, Anna Santinello, Giovanni Sesia, Chiara Soldati, Kim Sommerschield, Alessandro Spadari, Elisabetta Tagliabue, Matteo Tenardi, Giorgio Tentolini, Giovanna Torresin, Marta Vezzoli, Nicola Zaccaria.

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Se condotta con onestà intellettuale, la pratica dell’autoritrarsi non è priva di difficoltà per un artista. Essa necessita di una certa lucidità nell’analisi del sé e di un rapporto non superficiale e sincero con lo specchio. Quando si tratta di un’effige di se stessi, la vera personalità dell’artista trapela anche dalla più artefatta e costruita delle immagini. Gli occhi intensi e profondi con cui Picasso ci osserva da ogni suo autoritratto raccontano molto dello spagnolo, anche quando a prevalere nel dipinto sono la ricerca linguistica e la sperimentazione tecnica. Lo sguardo mutevole di Van Gogh, le pose ricercate e teatrali di Courbet, i capelli spettinati di Delacroix, la mano mozzata di Kirchner, le sette dita di Chagall, il ghigno sarcastico di Gerstl, il gelido rigore di Schad, il teschio sulla spalla di Warhol… Sono più che semplici esercitazioni di stile: essi rappresentano, in un crescendo di intensità dall’Ottocento ai nostri giorni, il disperato tentativo dell’artista di definire la propria identità e renderla pubblica. Che egli voglia mostrare le proprie fragilità e le proprie paure o intenda proteggerle e nasconderle poco importa. L’intima personalità dell’uomo e l’esperienza creativa dell’artista emergono rendendosi visibili agli altri, con un’immagine che supera i confini del tempo concesso all’esistenza terrena, si fa icona, ricordo indelebile, presenza simbolica.
(dal testo di Simona Bartolena, in catalogo)

Il progetto I temi dell’arte
Quella iconografica è senza dubbio una delle chiavi di lettura più interessanti che si possano applicare alla storia dell’arte: leggere le opere d’arte partendo dal soggetto – riflettendo sulla nascita, l’evoluzione, la storia e la fortuna dei generi – è un esercizio ricco di spunti interessanti, che apre nuove prospettive nella loro reale comprensione.
Ma oggi, ha ancora senso parlare di generi artistici? Esistono ancora i temi che hanno caratterizzato la produzione artistica di tutti i tempi?
Questo progetto è nato proprio da questo interrogativo: da una domanda sollevata dall’eterogeneità e dalla caleidoscopica molteplicità delle espressioni contemporanee. Una domanda la cui risposta necessita di un’analisi senza schemi precostituiti, che indaghi liberamente nella scena attuale e nei diversi linguaggi, in cerca di conferme. Cos’è oggi la pittura di paesaggio? Che senso può ancora avere la natura morta? Il ritratto rispetta ancora canoni tradizionali? E l’autoritratto è ancora una forma di autoanalisi e autoaffermazione dell’artista?
In un’epoca di moltiplicazione febbrile delle immagini, che ormai invadono il nostro tempo e il nostro spazio e diventano una forma compulsiva di comunicazione e socialità (non sempre richieste), che ruolo hanno i temi nell’espressione artistica? Come risponde l’arte alla mania collettiva dei selfie – nuova, diffusissima, massificata forma di autoritratto – e alla consuetudine di riprodurre e rendere pubblico il nostro quotidiano o di manifestare per immagini il nostro sentire?
I Temi dell’arte parte da questo punto di vista, per viaggiare nel panorama contemporaneo dialogando con la storia, con l’intenzione di sollecitare un dibattito, o quantomeno una riflessione, sull’evoluzione dell’espressione artistica, riconsiderando alcune strade che l’arte percorre da sempre e scelte iconografiche che avvicinano artisti lontanissimi nello spazio-tempo.
I temi scelti sono quelli più diffusi nella produzione artistica di tutti i tempi. Gli artisti sono, invece, il frutto di una selezione curatoriale, indubbiamente soggettiva, coerente con il cammino tracciato fino a oggi dall’Associazione heart e da Ponte43. Le mostre, quindi, non hanno certo la presunzione di esaustività o completezza: esse sono pensate, piuttosto, per suggerire riflessioni e nuovi percorsi critici su un argomento tanto importante quanto complesso e spesso trascurato (anche dagli storici dell’arte e dagli addetti ai lavori).
I Temi dell’arte, inoltre, prosegue una tradizione inaugurata anni fa dal gruppo fondatore di heart – pulsazioni culturali con Brianza: terra d’artisti o con i più recenti Colori, Materie e Elementi, tutti progetti che, oltre a coinvolgere realtà diverse del territorio facendo rete, superano anche il concetto classico di mostra d’arte, arricchendosi con conferenze, incontri, eventi, iniziative pluridisciplinari.

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