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Le cattedrali dell'energia alla Casa dell'Energia e dell'ambiente di Milano

Sono quattro gli elementi naturali, quegli elementi che hanno molto influenzato gli studi filosofici di tanto pensiero ellenico sull’orgine e il destino delle nostre esistenze: questi elementi, acqua, terra, fuoco e aria, diventano guide espressive ed estetiche di un intero percorso compositivo fotografico unico quanto complesso, quello che si può apprezzare visitando la mostra “Le cattedrali dell’energia. Architettura, industria e paesaggio nelle immagini di Francesco Radino e degli Archivi Storici Aem”, allestita presso Casa dell’Energia e dell’Ambiente di Milano. La mostra è ricca di opere ed è stata organizzata dalla Fondazione Aem – Gruppo A2A: lungo l’itinerario potremmo apprezzare immagini che immortalano le architetture delle varie strutture che hanno caratterizzato la grande industria dell’energia italiana, presenti su tutta la superficie dello stivale, ossia dalle Alpi allo Stretto di Messina, dalla Laguna di Venezia fino a giungere al Monviso. Tutto il territorio italiano ha potuto vedere, nel passato, nel presente e in epoche diverse, dal 1910 ai nostri giorni, sorgere questi colossi dell’industria elettrica che hanno segnato lo sviluppo economico e sociale del Paese, edifici dall’impatto ambientale differente, costruzioni monumentali e centrali titaniche, che si sono susseguiti, e tutt’ora si susseguono, lungo tutto il percorso della penisola, alcuni evocativi forme di figure quasi metafisiche e immaginifiche, altri rappresentativi di immagini più realistiche e incontrovertibili.

Francesco Radino è la firma della prima serie di opere esposte, una rassegna di fotografie a colori, realizzate nel 2006, e che riprendono quegli edifici che sono simboli per l’impresa elettrica italiana, inziando proprio con le nuove e moderne strutture del Gruppo A2A e riprendendo anche i territori, l’ambiente e la sua costituzione paesaggistica, dove esse sono edificate, proseguendo, poi, con le centrali valtellinesi, quelle friulane, in cui si vive il contrasto tra circostante contesto montano e agreste e il tempio dello sviluppo economico e produttivo, con i termovalorizzatori lombardi e con i suggestivi invasi della Calabria. La serie di Francesco Radino si affaccia e interloquisce, possiamo dire, con la serie che proviene dagli Archivi Storici Aem, riprese di immagini e di ambienti prodotte qualche decennio fa, storiche nei loro contenuti, esteticamente coinvolgenti, riportando in auge il raffinato bianco e nero, tonalità che accompagna, quasi fossimo davanti a delicati disegni e abbozzi di figure, le opere esposte, appartenenti alla prima metà del Novecento e che ritraggono gli storici edifici e i luoghi tradizionali di Aem. Le opere sono state realizzate da Vincenzo Aragozzini, Guglielmo Chiolini, Antonio Paoletti e Gianni Moreschi e hanno come soggetti le officine, le ricevitrici, i monumenti elettrici presenti sia a Milano, sia a Cassano d’Aadda, così come in Valtellina, e le mastodontiche centrali che si stagliano sugli orizzonti dei paesaggi urbani.

L’esposizione, che vuole essere occasione di confronto tra stili, generi e linguaggi fotografici diversi perchè appartenenti a epoche differenti, è curata da Francesco Radino e Fabrizio Trisoglio, così come lo è anche la pubblicazione, disponibile nel corso dell’intera esposizione che durerà fino al prossimo 27 Gennaio, e che raccoglie più di 150 fotografie che assumono un carattere di notevole importanza e rilevanza qualitativa, donando una narrazione storica e artistica di indubbio interesse: il volume vede l’introduzione di Alberto Martinelli, presidente di Fondazione Aem – Gruppo A2A e di Giovanni Valotti, presidente A2A, accompagnata da testi critici a firma di Roberto Mutti, Francesco Radino, Ornella Selvafolta e Fabrizio Trisoglio. Il coordinamento generale è di Luisa Toeschi, consigliere di amministrazione di Fondazione Aem.

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Uno sguardo sull’autore esposto, Francesco Radino, ci permette di evidenziare una produzione fotografica che ha sempre legato l’aspetto documentaristico, ricco di ricerca sociale, evidenziando le parti costitutive e descrittive del territorio, con la sapienza artistica compositiva: una ricerca sostanziale è sempre presente nelle opere di Radino, lui che, completati gli studi di Sociologia, si dedicò da subito all’arte fotografica, erano gli anni Settanta, impiegando questa sua passione in diversi ambiti, dall’industriale al design, dall’architettura al paesaggio. Radino ha avuto diversi riconoscimenti e oggi può essere definito uno dei fotografi più rilevanti e importanti sulla scena contemporanea: ha lavorato nel corso della sua attività con l’Aem e ha realizzato diverse campagne fotografiche, risultate eccellenti, tanto da essere conservate presso l’Archivio fotografico contemporaneo di Fondazione Aem. Di Francesco Radino abbiamo diversi progetti a carattere pubblico e istituzionale realizzati attraverso il suo intervento, così come varie pubblicazioni e molti lavori audiovisivi.

Articolo di Alessandro Rizzo

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

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