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“Guernica”, il più grande quadro storico del XX secolo, manifesto politico contro gli orrori della Guerra

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“Guernica”, il più grande quadro storico del XX secolo, manifesto politico contro gli orrori della Guerra

Siamo nel 1937 in Spagna. Da un anno impervia la Guerra Civile Spagnola dove si sta sempre più consolidando la figura di Francisco Franco. Il popolo, lotta strenuamente per difendere la Repubblica di Spagna da colui che, solo qualche anno più tardi, riuscirà ad instaurare la Dittatura Franchista.

Il Governo Repubblicano Spagnolo contatta l’artista Pablo Picasso commissionandogli un’opera di grandi dimensioni che avrebbe dovuto rappresentare la Spagna all’Esposizione Universale a Parigi nel Giugno dello stesso anno.

Picasso accoglie la richiesta, rimanendo per diverso tempo tuttavia, senza ispirazione.

E’ il 26 Aprile del 1937. Francisco Franco, con l’aiuto dei militari fascisti tedeschi della Legione Condor e dell’Aviazione Legionaria Italiana, ordina il primo bombardamento della storia con obiettivo i civili. L’obbiettivo dell’incursione aerea è Guernica, piccola cittadina basca della Spagna, rilevante a livello strategico e simbolico, baluardo dell’appartenenza e dell’adesione ai valori della Repubblica.

Il giorno dopo, la notizia è su tutti i giornali. Picasso, inorridito e sconvolto, decide di utilizzare la sua arte per denunciare la strage degli innocenti. Si getta in un lavoro duro ed appassionato, ultimando l’imponente opera in sole 5 settimane, riuscendo a presentarla in tempo per l’Expo.

Guernica

L’opera, attualmente esposta al Museo Reina Sofia di Madrid, si “legge” da destra verso sinistra.

La prima figura, rappresenta una donna arsa viva dalle fiamme, con gli occhi a forma di lacrime e le braccia tese al cielo. Proseguendo, notiamo un’altra figura femminile che cerca di scappare dall’incendio, illuminata da una lampada ad olio sorretta da una figura scioccata da ciò che la scena presenta: gli orrori che il bombardamento sul popolo innocente ha creato. Il cavallo con il petto lacerato, rappresenta la popolazione devastata da un attacco dove non aveva la benché minima possibilità né di difendersi né di scappare, trattandosi di un attacco vigliacco avvenuto dall’alto su una popolazione inerme.

A terra, un uomo ridotto a pezzi con in mano ciò che rimane di una spada spezzata ed un fiore, unico simbolo a trasmettere una flebile speranza di rinascita e speranza. All’estrema sinistra, una donna con il volto completamente travolto dal dolore della perdita del figlio, esamine nelle sue braccia, urla al cielo. A protezione della donna, un toro, simbolo della Spagna. Ritenuto simbolo di forza, in questa rappresentazione ha lo sguardo vacuo e, con il suo muggito, dà continuità al grido della madre. Al centro della scena, in alto, una lampada o anche “l’Occhio di Dio”, l’unico testimone della tragedia consumata. Accanto, una colomba, anch’essa straziata dal dolore, simbolo di una pace oramai compromessa.

I colori utilizzati sono il bianco, il nero ed alcuni toni del grigio, imprimendo drammaticità alla strage, rimuovendo così tutto ciò che poteva distogliere potenzialmente l’attenzione.

La Guernica scatenò non poche critiche. Durante l’esposizione dell’opera, vi fu un momento particolarmente incisivo. Parigi era sotto occupazione tedesca ed un ufficiale nazista rimase inorridito dalla tela.

“L’ha fatto lei?”, chiese a Picasso. “No” rispose l’artista, “L’avete fatto voi.”

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