Gli Ebrei a Shangai al Memoriale della Shoah di Milano
Gli Ebrei a Shangai: il titolo della mostra allestita presso il Memoriale della Shoah di Milano, Spazio Mostre Bernardo Caprotti, ci porta a conoscere attraverso documenti, fotografie, molte, e testimonianze la vita quotidiana di ben 18 mila Ebrei fuggiti dalle persecuzioni razziali naziste in Cina, a Shangai, in particolare nel quartiere di Hongkou, che divenne una vera e propria Piccola Vienna, riportando in auge quelle usanze, quelle tradizioni e quelle attività, commerciali e aggregative, che la Comunità Ebraica promuoveva nella propria città di origine, Vienna. In Italia è piuttosto sconosciuta la storia dei profughi Ebrei da Vienna verso l’Estremo Oriente, cosi come rimane non conosciuto il rapporto, ottimo, che la comunità Ebraica ha intessuto con la popolazione cinese, integrandosi senza nessun ostacolo, neppure quello, che sembrerebbe comprensibile, della lingua.
Gli Ebrei a Shangai sarà l’occasione di venire a contatto con questo periodo e un fenomeno, terribile, sorto alla metà degli anni ’30 grazie all’intervento del Console Generale e della Cina a Vienna, il dottor Ho Feng Shan, rinominato quale lo “Schindler cinese”, colui che riuscì, denunciando l’antisemitismo sanguinario, a fare avere a 18 mila Ebrei i visti per poter espatriare, dopo che l’Austria venne annessa dalla Germania, Aushluss, in Estremo Oriente, la Cina, Paese che rappresentava. Il dottor Ho Feng Shan è stato riconosciuto quale Guisto tra le Nazioni. Diversi cittadini Ebrei si imbarcarono, cosi, dai porti di Genova e di Trieste, nel lasso temporale corrente tra il 1933 e il 1940, con destinazione verso la Cina, mentre altri salparono dai porti adriatici verso mete europee del Nord.
La mostra è promossa dagli Istituti Confucio dell’Università Cattolica, dell’Università degli Studi di Milano Milano, dell’Istituto Italiano di Cultura e del Consolato Generale d’Italia a Shanghai. La lunga emigrazione di cittadini Ebrei si interruppe nel 1941, un anno dopo in cui l’Italia dichiarò guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, anno in cui i giapponesi attaccarono Pearl Harbor dando vita, così, al conflitto nell’Oceano Pacifico. L’invasione nipponica in Cina comportò un cambiamento grave nelle condizioni della comunità Ebraica rifugiatasi a Shangai: da un ottimo rapporto interculturale e di integrazione, quale quello che intercorreva tra gli Ebrei e i cinesi, si giunse a un’ostilità dei giapponesi nei confronti dei rifugiati, tanto che la comunità Ebraica fu costretta a rimanere chiusa e segregata nel ghetto Tilanqiao, distretto di Hongkou (Shanghai), in piena emarginazione ed esclusione.
La mostra si inserisce nell’anno dell’edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica in Italia che avrà per tema “Le lingue ebraiche”, il 18 Settembre scorso, giorno in cui la mostra stessa è stata inaugurata.
Articolo di Alessandro Rizzo
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