La storia di Minerva, la mucca simbolo di libertà: salvata e accolta nel CRAS “Stella del Nord”
Minerva, la mucca simbolo della libertà animale, è stata finalmente recuperata dopo quasi tre mesi nei boschi della Brianza: ora vive al sicuro nel CRAS Stella del Nord grazie all’intervento della LEIDAA e dell’on. Michela Vittoria Brambilla.
La storia di Minerva, la mucca simbolo di libertà: salvata e accolta nel CRAS “Stella del Nord”.
La vicenda di Minerva, la giovane mucca di venti mesi destinata al macello e diventata simbolo nazionale di libertà animalista, si è conclusa nel migliore dei modi: l’animale è ora al sicuro, accudito e protetto nel CRAS “Stella del Nord” della LEIDAA, la Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente. Ad annunciarlo è l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’associazione, che nei mesi scorsi aveva riscattato Minerva garantendole un futuro diverso da quello che l’aspettava.
Una fuga che ha commosso l’Italia
La storia di Minerva ha colpito profondamente l’opinione pubblica. A inizio settembre, mentre si trovava in fila verso il macello, la mucca ha compiuto un gesto tanto inaspettato quanto straordinario: si è issata sulla schiena di un’altra bovina, ha scavalcato la recinzione dell’allevamento e ha trovato una via di fuga.
Da quel momento Minerva è diventata il simbolo della ribellione agli allevamenti intensivi. Per oltre due mesi ha vagato nei boschi tra Casatenovo, Corezzana e Missaglia, riuscendo sempre a sfuggire ai tentativi di recupero. Avvistamenti sporadici, video amatoriali e segnalazioni quotidiane hanno reso la sua storia virale, trasformandola in una sorta di “Papillon” bovina.
Il recupero dopo quasi tre mesi di ricerche
L’on. Brambilla, dopo aver riscattato formalmente l’animale, ha incaricato un investigatore privato per rintracciarla nel pieno rispetto della sua sicurezza. Nonostante le tecnologie utilizzate e l’impegno continuo della LEIDAA, Minerva si è dimostrata prudente, timorosa e sempre in movimento.
Il recupero è avvenuto solo nei giorni scorsi, in modo del tutto fortuito: la mucca avrebbe raggiunto un allevamento della zona di Maresso mescolandosi al bestiame di un agricoltore che, insospettito dalla presenza di un capo in più, ha richiesto l’intervento delle autorità. La LEIDAA è intervenuta immediatamente, riuscendo finalmente a mettere Minerva in sicurezza.

Minerva ora è al sicuro: “Ho mantenuto la promessa”
Trasportata nel CRAS “Stella del Nord” di Calolziocorte, Minerva ha ora una sistemazione adeguata: una stalla riscaldata, acqua corrente, grandi spazi e abbondante fieno. Il veterinario l’ha trovata spaventata ma in discrete condizioni di salute.
«Avevo promesso a Minerva che l’avrei salvata e ho mantenuto la promessa. L’abbiamo salvata tre volte: dal macello, dal rischio di essere abbattuta e dal pericolo della strada», ha dichiarato Brambilla.
Insieme a lei, è stata accolta anche un’altra giovane mucca, ribattezzata Miranda, che per alcuni giorni avrebbe fatto da punto di riferimento a Minerva durante la fuga. «Non potevo dividerle. Meritavano entrambe una vita sicura e dignitosa», ha spiegato la presidente della LEIDAA.

Un simbolo contro gli allevamenti intensivi
La fuga di Minerva ha portato l’attenzione su un tema spesso ignorato: ogni anno in Italia vengono macellati circa 2,7 milioni di bovini. «Con la sua disperata corsa verso la libertà, Minerva è diventata il simbolo della lotta contro la barbarie degli allevamenti intensivi», ha aggiunto Brambilla.
La sua storia ha aperto un dibattito nazionale non solo sulla tutela degli animali, ma anche sulle condizioni in cui vivono e sul diritto fondamentale di ogni essere vivente di essere rispettato.
Un lieto fine che diventa un messaggio
Minerva non è più un numero, un corpo destinato alla produzione, né un capo di bestiame. È una storia di resistenza e coraggio, un animale che ha scelto la vita al posto della rassegnazione.
Oggi la sua fuga si è conclusa, ma il messaggio rimane vivo: anche un singolo salto — compiuto nel momento giusto — può cambiare tutto.
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