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Femminicidio a Monte Roberto: donna trovata morta in casa, il marito è ricercato.

La donna di origini macedoni è stata trovata senza vita nella sua abitazione nell’Anconetano. Il marito, già arrestato ad aprile per maltrattamenti e poi rilasciato, è ora irreperibile.

Femminicidio a Monte Roberto: donna trovata morta in casa, il marito è ricercato.

La comunità di Pianello Vallesina, piccola frazione di Monte Roberto in provincia di Ancona, è stata scossa da un caso di femminicidio che porta con sé tutta la drammaticità di una violenza domestica sedimentata nel tempo e più volte denunciata. Sadjide Muslija, di origini macedoni e residente da anni nelle Marche, è stata trovata senza vita nella sua abitazione nel primo pomeriggio di oggi, 3 dicembre. Il suo corpo, riverso sul letto e segnato da pesanti percosse e profonde lesioni alla testa, racconta una morte violenta, avvenuta probabilmente tra la notte e le prime ore del mattino. L’ipotesi più accreditata è che sia stata picchiata a morte dal marito, Nazif Muslija, suo connazionale e coetaneo, ora irreperibile.

La scoperta del corpo e i primi accertamenti

L’allarme è scattato quando il datore di lavoro della donna, non vedendola arrivare e non riuscendo a contattarla, ha deciso di segnalare la situazione. I carabinieri intervenuti sul posto hanno trovato la porta dell’abitazione aperta, con le chiavi ancora inserite, un dettaglio che ha subito fatto pensare a una fuga precipitosa dell’aggressore. All’interno, gli operatori hanno rinvenuto il corpo della donna sul letto, in una pozza di sangue, con il volto completamente sfigurato. Per lei non c’era più nulla da fare. Sul luogo del delitto sono intervenuti anche il magistrato di turno e i carabinieri del Nucleo Investigativo e della Sezione Investigazioni Scientifiche di Ancona, insieme ai militari della Compagnia di Jesi.

Un passato segnato da violenze ripetute

La morte di Sadjide Muslija non è un evento isolato, ma il tragico epilogo di una spirale di maltrattamenti iniziata almeno due anni fa. La donna aveva più volte denunciato il marito per violenze fisiche e psicologiche, raccontando episodi sempre più gravi. Il culmine si era raggiunto il 12 aprile scorso, quando l’uomo, convinto di essere stato tradito, aveva sfondato con un’ascia la porta della camera da letto, costringendo la moglie a fuggire dai vicini. Solo l’intervento dei carabinieri aveva potuto fermare la sua escalation violenta.

L’arresto, il patteggiamento e il ritorno alla convivenza

Dopo il grave episodio, l’uomo era stato arrestato e sottoposto a custodia cautelare in carcere per maltrattamenti. Tuttavia, nel luglio successivo, aveva ottenuto il patteggiamento della pena, beneficiando così della scarcerazione. Nonostante le violenze, la coppia aveva ripreso a convivere dopo un periodo di separazione e la casa in cui i due erano tornati a vivere insieme è la stessa in cui la donna è stata ritrovata senza vita.

La fuga del marito e le indagini in corso

Nelle ore successive al ritrovamento del corpo, l’attenzione degli investigatori si è concentrata sul marito, che questa mattina non si è presentato al lavoro. I colleghi dell’azienda in cui era impiegato come operaio hanno confermato la sua assenza, mentre i carabinieri hanno constatato che l’uomo si era reso irreperibile. Da quel momento sono partite le ricerche, supportate anche da pattuglie e unità specializzate.

Una morte che riapre il tema della protezione delle vittime

Il caso di Sadjide Muslija riaccende il dibattito, dolorosamente attuale, sulla tutela delle donne che denunciano maltrattamenti domestici. La vittima aveva già più volte chiesto aiuto alle forze dell’ordine e il marito, arrestato e condannato, era poi tornato in libertà nel giro di pochi mesi. L’esito finale, che vede una donna massacrata a pochi giorni dal suo cinquantesimo compleanno, ripropone in modo drammatico interrogativi sul funzionamento delle misure di protezione e sull’efficacia degli strumenti giudiziari nel prevenire escalation di violenza già ampiamente annunciate.

Una comunità sconvolta e un’indagine che prosegue

Mentre gli inquirenti proseguono il loro lavoro e le ricerche dell’uomo continuano senza sosta, la comunità di Monte Roberto resta sotto shock. Una vicenda terribile, maturata all’interno delle mura domestiche, in una casa che avrebbe dovuto essere rifugio e che invece si è trasformata nel teatro di un brutale omicidio. Il femminicidio di Sadjide Muslija lascia dietro di sé dolore, interrogativi e l’ennesimo monito sulla necessità di intervenire tempestivamente e con decisione nelle situazioni di violenza familiare, prima che sia troppo tardi.

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